LA PUREZZA DELL'INTENZIONE....

La purezza dell'intenzione





 

 

 

Il
Signore non prescrive agli apostoli di avere l'età dei bambini, ma la
loro purezza, cioè quella virtù che i fanciulli possiedono per la loro
tenera età. Gli apostoli devono possederla con l'impegno della loro
volontà.

Le buone qualità dei fanciulli sono: innocenza, purezza, obbedienza,
semplicità, umiltà, sincerità, capacità di dimenticare i torti
subiti... accettazione delle avversità e capacità di accettare i più
piccoli come uguali.
Coloro che imitano queste buone qualità conseguono il Regno di Dio (cfr. Mc 10,14).

Ragioniamo intorno alla semplicità:
Tutto il nostro progresso spirituale, tutta la perfezione sta nelle
opere buone che faremo... ma queste opere saranno migliori e più
perfette se saremo noi migliori. Le opere saranno più buone se noi
saremo buoni. Le opere saranno più pure se noi saremo puri. Le opere
saranno più umili se noi saremo umili. Dice il Signore: “La lucerna del corpo è l'occhio” (Mt 6,22): l'occhio è l'intenzione semplice, cioè la semplicità con cui agiamo, il corpo invece rappresenta le nostre azioni.
Ora, il Signore continua: “se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce
(Mt 6,22). Se l'occhio interiore è semplice, le azioni saranno
illuminate... se invece agisci con cattiva intenzione non sei semplice
come i bambini... e per la malizia e doppiezza del cuore si diffonde
l'ombra e la tenebra...
La semplicità dei bambini è una qualità
luminosa che vince la presunzione; l'intenzione viene sempre prima di
un atto, viene sempre prima di quello che si fa; le azioni del corpo
seguono dietro all'intenzione come tutto il corpo segue l'occhio. Ne
segue che se il fine e l'intenzione di un'opera è buona, buona sarà
l'opera, e se sarà cattiva, anche l'opera sarà cattiva.
Dice S. Paolo: “se santa è la radice, lo saranno anche i rami” (Rm 11,16). Quale sarà la radice, tale sarà l'albero ed i l frutto.
Da un albero che ha la radice guasta ed infetta, che frutto ci si può
aspettare se non un frutto verminoso... col verme e di cattivo sapore?
Ma se la radice è buona e sana l'albero sarà buono e produrrà frutti buoni.
Così avviene nelle opere: la bontà e la perfezione sta nella semplicità dell'animo che è la radice.
Se l'animo è semplice, l'intenzione è pura e buona e le opere saranno migliori e perfette.
Quanti sono quelli che sotto il velo della menzogna si nascondono e si
danno da fare per trovare una giustificazione alla loro colpa.
Giustificano il loro orgoglio; giustificano il loro rancore;
giustificano la loro ira, la loro condotta. Ma intanto tutto l'edificio
materiale di una casa poggia su alcune colonne, e le colonne sopra le
loro basi. Così tutta la vita spirituale poggia sulle virtù: è fondata
sulle virtù, e le virtù si fondano nella pura e semplice intenzione del
cuore. Allora Dio vede il cuore.
Dio non tiene conto di ciò che si fa, ma premia il buon volere. Che cosa significa?
Quando vorresti e non puoi, Egli lo sa e ne tiene conto come se tu avessi fatto ciò che avevi volontà di fare.
Un'opera è veramente buona quando l'intenzione di chi la compie è buona.
Quanti uomini largheggiano in favori e doni, ma in ciò cercano la lode
umana e la popolarità, operano avendo a cuore di essere veduti ed amati
dagli uomini.
Come può essere puro chi cerca vantaggi terreni?
L'anima si contamina col desiderio delle cose terrene. L'oro se mischiato all'argento si contamina. Non basta che ti veda Dio?
Le lodi degli uomini non ti portano in cielo!
Prega: “Signore donami un cuore semplice, perché facendo il bene non
pensi a ricompense terrene, né a premi temporali. Che io sia mosso a
fare il bene da pura carità”.
Il cuore semplice fugge, evita
l'intenzione cattiva, cioè nelle opere fugge l'orgoglio, la vanità, la
vana lode, non facendole né per piacere agli uomini, né per piacere a
sé stesso, né per altri rispetti umani.
Prima bisogna guardarsi dal
male e poi fare il bene. La vanagloria, l'orgoglio è un ladro molto
sottile che suole assaltare e rubare le opere buone ed entra nell'anima
occultamente, in modo che molte volte prima di essere sentito e veduto
ci ha già rubato e spogliati.
E' un ladro che simula l'amicizia, finge di viaggiare con te e poi improvvisamente ti deruba e ti uccide.
Ti sembra di non ricercare altro se non di piacere a Dio in quello che
fai, ma poi ad un tratto vedi che è entrato nel cuore, a mescolarsi, un
certo desiderio... una certa voglia di dare gusto a te stesso ed agli
uomini.
Vedi come la polvere dell'orgoglio e della compiacenza di sé viene a sporcare la buona intenzione?
Accade con la vanità come può accadere in altre cose:
1) Si comincia a mangiare per necessità ed entra dentro sottilmente la gola ed il diletto;
2) Si corregge e rimproverando entra dentro sottilmente l'ira e la collera;
3) Si guarda in modo indifferente e poi entra dentro sottilmente la malizia.

Quanti uomini vogliono essere lodati per quella cosa che è dono di Dio.
Nel bene che fanno vogliono essere lodati, ma così perdono ogni cosa,
hanno seminato molto, ma raccoglieranno poco e niente.
Chi opera
con orgoglio contento di sé, è come chi mette vino in una botte bucata:
metterlo e versarlo è un tutt'uno. Questo fa la cattiva vanità:
guadagnare e perdere è un tutt'uno.
Come vi sono pochissimi che
gustano di sentire male di se stessi per amore di Cristo, così vi sono
pochissimi che non amano che si senta e si dica bene di loro.
Satana sa che l'uomo che non può vincere con la lussuria può vincerlo
con l'orgoglio. Egli sa che l'uomo che non può vincere con l'ira può
vincerlo con l'orgoglio.
"Maledetta" malizia, solo la semplicità dei bambini ci libera dall'orgoglio.
Quelli che navigano devono guardarsi dagli scogli e dalle secche vicine
al porto, perché molte volte accade che quelli che avevano navigato
lungamente vengono ad affondare nel porto.
Così molti che avevano
camminato bene per tutto il corso della vita vincendo e superando molte
e diverse tentazioni, alla fine, già vicini al porto, fidandosi sulle
loro passate vittorie e tenendosi ormai per sicuri, insuperbendosi
vennero a cadere miserabilmente: la nave che aveva resistito alle onde
ed alle tempeste, venne alla fine a naufragare ed a perire nel porto.
L'orgoglio è tempesta e burrasca nel porto. Gli orgogliosi, giunti a Dio come ad un porto, affondano: “non avranno ricompensa presso Dio” (cfr. Mt 6,1) , dice il Signore. Le loro opere furono trovate orgogliose.

 

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