Il "dover credere": perchè i miracoli non si verificano se prima non ci credi

levitazione

L'essere umano, per credere a qualcosa di "soprannaturale", ha bisogno di toccarlo con mano. Ormai neanche una foto o un video ci convince più, perchè sappiamo che è facile manipolarli. Tuttavia l'unico modo per cui si può veramente toccare con mano il soprannaturale, è crederci prima. Esploriamo insieme questo simpatico paradosso.

Facciamo intano alcune considerazioni di base. Come la fisica quantistica comincia timidamente a dimostrare, la realtà che osserviamo non è per niente oggettiva. Le particelle di materia si comportano diversamente a seconda di chi le osserva, quindi l'osservatore letteralmente crea la realtà che sta osservando.

Balzando fuori dai timidi confini della fisica moderna, le leggi di attrazione e risonanza ci insegnano che ciò che sperimentiamo nella vita, la realtà che percepiamo, equivale esattamente alla vibrazione che emettiamo, e quindi alle credenze che abbiamo sulla realtà stessa.

ateo fraseUn convinto ateo razionalista vi dirà che dopo la morte non c'è nulla: la coscienza umana si disfa per sempre e i gli atomi che compongono il nostro corpo si disperdono nel cosmo. Poichè questo è ciò di cui lui è convinto, la sua esperienza di vita marcherà esattamente questa convinzione. Riceverà prove a sostegno della sua tesi,  e incontrerà persone sulla sua stessa lunghezza d'onda che rinforzeranno le sue convinzioni. Più sarà convinto, più la Vita lo aiuterà ad essere ancora più convinto, è la Legge!

Quando l'ateo razionalista morirà, se è stato un ateo veramente convinto, sperimenterà nel dopo vita esattamente quello in cui credeva, quindi il Nulla. E continuerà a sperimentarlo finchè le sue credenze al riguardo non cominceranno a mutare.

Per lo stesso motivo un cattolico incontrerà il volto del Cristo una volta lasciato il corpo (ovviamente se crede di essere stato "buono" in vita), un convinto induista sperimenterà la stessa energia sotto le spoglie di Krisna, e chissà... forse un terrorista islamico estremamente convinto avrà almeno una breve esperienza erotica con le sue 72 vergini prima di affrontare il suo inferno personale.

Per questo il vero ricercatore spirituale è soprattutto un agnostico: non sa che cosa esattamente incontrerà al di là di questo mondo, e quindi lascia aperte tutte le porte e tutte le esperienze, senza limitarsi abbracciando un credo e rifiutandone altri.
L'assoluto ha infiniti volti, e chi è sul cammino sa che sta a lui stesso scegliere quale volto guardare di volta in volta.

Ma torniamo al tema di questo articolo: poichè la realtà è sempre soggettiva e deriva dalle credenze che abbiamo su di essa, per sperimentare un certo tipo di realtà dobbiamo prima cominciare a crederci. Questo, in alcune tradizioni esoteriche, è chiamato "dover credere".

Quindi, se sei uno scettico patentato, e ti aspetti che un evento miracoloso ti cada in testa prima di cominciare a credere a un diverso tipo di realtà, lascia perdere... è meglio. Quel diverso tipo di realtà esiste (poichè esistono infiniti diversi tipi di realtà), ma devi fare il primo passo verso di essa se vuoi cominciare a ricevere la sua emanazione. E bada bene, deve essere un passo totalmente sincero e aperto, come il passo di un bambino la cui mente è assolutamente sgombra da pregiudizi e pseudo-conoscenze.

Nota: In realtà quest'ultima affermazione, e persino il titolo di questo articolo, non sono del tutto corretti. Dobbiamo infatti sempre tenere conto che ciò che crea la realtà è sì la nostra coscienza individuale, ma anche la coscienza collettiva in cui siamo immersi. Dunque se all'interno della coscienza collettiva si crea la massa critica necessaria perchè certi eventi si verifichino, questi si verificheranno, e anche lo scettico patentato li sperimenterà (pur cercando di razionalizzarli con tutte le sue forze). Ma resta il fatto che "scegliere" di sperimentare un diverso tipo di realtà, o esserne travolti perchè la massa critica la fa accadere, sono due esperienze ben diverse. A livello energetico, lo scettico potrebbe essere letteralmente "travolto" da un'esperienza che la sua mente non è pronta ed aperta a digerire... sicuramente non sarebbe un viaggio comodo!

Personalmente sono stato mediamente scettico per molti anni. Mi aprivo quanto bastava per sperimentare piccoli eventi, ma non mi lasciavo mai andare veramente. Ho una mente analitica e mi piace cercare l'appiglio razionale anche dove magari non ce ne sarebbe bisogno. Ho visto negli anni persone totalmente "di fuori" (ossia quasi prive di attaccamento razionale alle cose) sperimentare in mia presenza eventi assai soprannaturali, con facilità, entusiasmo e leggerezza. Che invidia!

foresta incantata
Immagine di Jason Naudi

Tuttavia ultimamente ho fatto più volte l'esperienza di trovarmi sulla soglia del "dover credere".
Nelle mie passeggiate tra i boschi, mi rivolgo al mondo naturale aprendo il cuore, e accendo volontariamente lo stato di "credere" che alberi e rocce mi parlino, e che un intero popolo di esseri mi osservi da ogni angolo di foresta. 

Mentre "credo" a tutto a questo, comincio anche a sperimentarlo, prima in modo sottile, poi in modo sempre più tangibile. Se perdo la centratura nello stato di "credere", e comincio a dubitare delle mie percezioni, ecco che le stesse si sfaldano e diventano sfocate, e il Popolo della Foresta è tornato ad essere solo una leggenda.

Vedete... l'esperienza della realtà è sempre paradossale. Se raccontassi ad uno scettico delle mie esperienze, direbbe che sto avendo allucinazioni. E per lui, in base alle sue credenze, questo è una descrizione vera della realtà.
Sono io che posso scegliere di considerarle allucinazioni oppure realtà, e sperimentare dove ciò in cui scelgo di credere mi conduce.


Vi riporto a questo proposito un brevissimo e bellissimo dialogo di Bashar, rappresentate della civiltà extra-terrestre Essassani, che comunica con noi da oltre 30 anni (ricordo a memoria, per cui le parole non saranno esattamente le stesse).

Donna del pubblico: "Bashar, vorrei tanto incontrarvi in carne ed ossa, come devo fare?"
Bashar: "Immagina prima di tutto di incontrarci. Chiudi gli occhi e sogna il nostro incontro, pensaci e sognaci con tutta te stessa, fino a percepirci fisicamente, con tutti i tuoi sensi. Permani nella vibrazione che si crea quando immagini di incontrarci. Ripeti questo processo per la tua gioia, sempre più intensamente, ogni volta che ti rende felice. E un giorno, quando aprirai gli occhi dal tuo sogno, scoprirai che non c'è più differenza tra quello che vedevi ad occhi chiusi e quello che vedi con gli occhi aperti, e noi saremo lì."


Scegli in cosa credere e sii ciò in cui scegli di credere

"Dover credere" non significa dire di sì invariabilmente a qualsiasi storia vi venga raccontata, pensare che tutti i video di UFO su Youtube siano reali, o che chi vi dice che avete "un'energia negativa" ci veda bene.
Dover credere è qualcosa che si sperimenta per conto proprio, nella solitudine delle proprie esperienze. Quando scegliete di credere in qualcosa che rappresenta ciò che siete veramente, il cuore vi si colma di gioia, e quella sensazione è più che abbastanza perchè continuiate a credere. E' giusto credere solo a ciò di cui facciamo esperienza, mentre non è sano credere, per principio, a  tutto. Perchè?

Tuttavia la definizione di esperienza diretta è diversa per ciascuno: alcuni hanno bisogno che un astronave atterri nel loro giardino per credere agli extra-terrestri, per altri è sufficiente visitare un altro pianeta in sogno. In ogni caso, quando sperimenti qualcosa ad un livello sufficiente per scegliere di crederci, va bene così.

Allora scegli la realtà che vuoi sperimentare, e comincia a credere in essa. Via via che comincia a manifestarsi, condividila con chi l'ha scelta insieme a te. Non tentare di "trascinare" gli altri nella realtà in cui credi, di convincerli a tutti i costi, di convertirli sbattendogli in faccia ciò in cui credi.
Canta invece la tua realtà, danzala, esprimila con la tua gioia, naturalmente e senza sforzo. Sii prima di tutto la tua realtà, e chi è pronto e vibrante ti seguirà perchè sarai un esempio vivente.

Niccolò Angeli
Autore: Niccolò Angeli
Sono un divulgatore a cavallo tra spiritualità, scienza, arte e… tutto ciò che definiamo "Dio". Amo semplificare e rendere accessibili quei principi esoterici che un tempo erano riservati a pochi eletti. Per me… spiritualità è la vita stessa, è comprendere le leggi universali che regolano la Natura, non solo con la razionalità, ma anche... leggi tutto.

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