La via della spiritualità – abbattere le radici della sofferenza.... .2.....1....20

Scoprire se stessi e riconoscere la qualità energetica del proprio agire sono tappe essenziali della via spirituale; un percorso inevitabile per chi voglia abbattere le radici della sofferenza, oltre ogni fondamentalismo religioso o presa di posizione atea.

L’essere umano ha bisogno di essere rieducato nell’ambito della conoscenza di tutto ciò che riguarda l’essenza spirituale celata nel suo corpo; ha il sacro santo diritto di sapere la verità e di riconquistare la gioia di vivere. Dopo millenni di confusione prodotta da coloro che preferiscono un’umanità sottomessa e priva del sapere autentico, sarebbe ora di riprenderci la conoscenza della sfera spirituale nella quale la trama della vita si articola fin dall’allinizio dei tempi.

La spiritualità è un elemento indispensabile che guida l’evoluzione del genere umano e delle creature di tutti i regni di natura; allontanarsi ed ignorare questa qualità crea inevitabilmente disordine, dolore e incomprensione delle cause che producono gli eventi caotici all’interno del nostro vivere.

Quando si sente parlare di questo argomento è automatico associarlo al dogmatismo eccessivo che ha generato limitazione, separazione, incoerenza e incomprensione del significato profondo di determinati vocaboli. In modo parallelo si è radicata una credenza errata legata alla necessità (inesistente) di allontanarsi da tutto quello che si trova sul piano fisico, di rifugiarsi in un luogo lontano dalla civiltà e di non poter svolgere le attività quotidiane quando si intraprende un percorso sprituale. Molto esseri umani preferiscono la fuga dalla civiltà e dalle responsabilità individuali e nei confronti del prossimo, anziché operare in modo creativo ed intelligente per ristabilire la pace e diffondere la cultura dell’innocuità.

Cosa rappresentano la religione e la spiritualità? Qual è il messaggio profondo velato nelle scritture sacre, professato dai grandi Maestri e tramandato dalle antiche civiltà? L’essere umano ha dimenticato l’impulso naturale che un tempo lo guidava ad esplorare e conoscere se stesso, a ricercare le qualità superiori, a curare con attenzione pensieri, parole e azioni, a seguire l’insegnamento delle Leggi Universali e a riunire il suo corpo con l’essenza sprituale che lo compenetra. Tutto questo può essere tradotto in una semplice parola: “religione“.

Un eccelso Maestro diceva: “Uomo, conosci te stesso”; un altro Maestro, prima di Lui, affermava: “La sofferenza è causata dalla non conoscenza e dall’attaccamento“.

Nel momento in cui un uomo comincia un percorso di ricerca profonda, di trasformazione degli aspetti distruttivi e separativi di se stesso, di aspirazione rivolta alla conoscenza delle strutture della vita e della coscienza, vuol dire che ha intrapreso un cammino spirituale che lo condurrà a divenire conoscitore delle forze (energie) che gravitano dentro se stesso e nella sfera del macrocosmo. Questa consapevolezza forgerà la sua personalità rendendolo innocuo, leale, sincero, altruista, compassionevole… un essere degno di essere chiamato umano!

Questa ricerca attiva non può trovare sintesi e risultati concreti nel giro di pochi mesi o qualche anno; non può essere disgiunta dalle circostanze della vita quotidiana, né tanto meno va considerata di impossibile realizzazione nella civiltà in cui viviamo. Occorre principalmente la buona volontà e il desiderio profondo di trasformare ciò che è distruttivo; divenire responsabili e coscienti della qualità dei pensieri, delle parole e delle azioni addentrandosi nella sottile trama della vita in tutte le sue possibili manifestazioni.

La via da seguire affinché un essere umano possa ricongiungersi con il bello e il vero ha tante sfumature, a secondo della cultura e dell’educazione ricevuta; nonostante il metodo di approccio sia variabile, il mezzo per riuscire in questo intento ha radice nella conoscenza di ciò che sottostà alla materia densa del corpo umano. Siamo fatti di energia di vario livello vibratorio, di forze che gravitano all’interno della nostra coscienza delle quali non conosciamo la fonte, di potenze che si muovono in tutto il pianeta e oltre, nonostante il limite della coscienza umana non consenta di riconoscerle e utilizzarle per il nostro bene e per il bene di tutta l’umanità.

Un essere umano che esplora la vita e tenta con audacia di divenire consapevole, trasmutando le energie distruttive che gravitano all’interno della sua coscienza, sta semplicemente immergendosi nell’essenza spirituale dell’esistenza. Il genere umano, in questo periodo storico, è immerso nella confusione dei pensieri, nel torpore delle idee, nel caos delle emozioni conflittuali, nei malesseri diffusi nel corpo fisico e alienato dal peso oberante che ha allontanato da lui la bellezza della vita, la gioia di vivere e l’importanza di essere in rapporto amorevole con il prossimo.

In ogni angolo del pianeta sono divenute tangibili le energie di rabbia, depressione, ostinazione, egoismo e odio nei confronti del prossimo; chi non compie azioni distruttive scagli la prima pietra! Occorrerebbe un’immensa montagna di pietre! L’essere umano, per necessità evolutiva, ha sperimentato cosa può produrre (ed ha prodotto!) l’avidità, il desiderio incontrollabile di possedere a scapito del prossimo, di deturpare ogni angolo del pianeta rendendo la vita quotidiana alienante; è sufficiente portare l’attenzione in ogni settore per rendersi conto delle condizioni invivibili nelle quali siamo immersi.

Continuare a dare la colpa agli altri non cambierà la situazione caotica e conflittuale; occorre riconoscere, attraverso l’occhio spirituale, la qualità di ciò che ognuno di noi, nel proprio piccolo, sta seminando… perché non esiste un Dio che ha causato tutto questo trambusto; stiamo semplicemente e naturalmente raccogliendo i frutti del nostro agire.

Continuare a rinnegare la spiritualità non porterà la pace nei nostri cuori, l’equilibrio nella mente e il benessere del corpo, perché l’essere umano è gia in essenza divina, è Spirito e materia, ha un corpo e un’anima; il Tempio sacro è il suo corpo. Intraprendere un percorso di liberazione dalla sofferenza vuol dire entrare in comunione con la vita, con lo spirito che anima ogni essere vivente che respira, per raggiungere un grado maggiore di consapevolezza del fatto che è possibile integrare la spiritualità e gli impegni del quotidiano sul piano fisico.

Di Simona Turiano.
Fonte: http://www.nonsoloanima.t

 

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