Smantellare il rimpianto dall’Anima, per vivere la nostra missione....

Smantellare il rimpianto dall’Anima, per vivere la nostra missione

“Rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità.
Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza “ti amo” a chi avevamo accanto,
 “sono fiero di te” ai figli,
 “scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione.
Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.

(Alessandro D’Avenia)

Scivolando tra vari fogli e pubblicazioni, oggi gli Arcangeli mi hanno mostrato un meraviglioso best seller tradotto in 27 lingue, scritto da Bronnie Ware.
E’ stato una vera benedizione, perché mi arricchisce ulteriormente e placa le domande interiori che a volte conservo, dopo un corso o un incontro,  o quando, come nel mio caso, ti trovi  a scrivere, a parlare e sostenere pensieri e verità  normalissimi per il mondo animico, ma diversi e spesso faticosamente banditi nella nostra esistenza quotidiana.
Lo so, penso di essere un po’ fuori dagli schemi ordinari generali, nella mia leggerezza e  nella consapevolezza gioiosa che mi accompagna e mi rende ora capace di scegliere sempre il Cielo, anche se questo comporta non fare quello che tutti fanno.
Viviamo una realtà complicata, che gestiamo e costruiamo noi stessi, con le nostre scelte e desideri, fatte di schiavitù spesso velate, a cui sottostiamo per obbligo, dovere e falso senso di responsabilità.
Ci priviamo di noi stessi e delle nostre gioie interiori per fare piacere agli altri, sostenerli, essere come si aspettano che noi siamo in ogni frangente …
Così, spesso, non possiamo nemmeno gioire per una nostra vittoria, un piacere che la vita ci ha reso in cambio di una bella e consapevole fatica …
La nostra esistenza si lastrica così di pianti, di frustrazioni, di disagi interiori ed esteriori e di rimpianti …

Cosa rimpiangiamo?

Fondamentalmente noi stessi, … ciò che non siamo stati … e non parlo della nostra identità anagrafica, quanto di quella più profonda e vera, che si cela dietro un nome ed un cognome …
La signora X Y, … moglie frustrata, in realtà è un’Anima chiamata con quel cognome e nome, orribilmente privata di sé, del suo destino, dei suoi desideri, delle sue ambizioni ed aspirazioni più vere e profonde …
Proviamo a fare mente locale a ciò che non va in noi e ci accorgeremo che dietro si cela un desiderio inappagato, che genererà migliaia di emozioni e che, se non accontentato diverrà simile ad una malattia cronica, conosciuta come rimpianto.

Chi è l’autrice di questo libro?

E perché lo trovo illuminante?

Beh, forse la professione dell’autrice ci verrà incontro …
Bronnie Ware è un un’infermiera australiana, un angelo terreno che per molti anni ha lavorato in un reparto di cure palliative per anziani e per malati terminali.

Che cosa ha fatto?

Semplicemente ha dialogato con le persone assistite e giorno dopo giorno si è resa conto che il dolore peggiore per queste persone era racchiuso in una frase magica:
”Vorrei averlo fatto…”
Questi ammalati stavano scivolando verso la morte con un dolore intensissimo dentro, dovuto al fatto di sentirsi inadempienti verso un’occasione unica che la vita aveva loro offerto sopra un vassoio d’oro, in nome del Cielo.
Il treno forse perso, come dico spesso io, anche ai miei allievi????
Sì, stiamo parlando proprio di quello.
Il mettercela tutta per perdere le nostre occasioni irripetibili, di cui cogliamo la grandezza, guarda caso in punto di morte, quando iniziamo a tirare le somme……
E prima?
Prima, ogni volta che qualcosa riaffiorava per ricordarci questa possibilità, ci eravamo attivati intensamente per farla sprofondare nuovamente nell’oblio, con trecento mila scuse e sensi del dovere …
“Non era possibile allora!”
“Come facevo???”
“Non riesco!”
“Non mi è dato …”
“Non si può …”
“Non va bene o non sta bene!”
Ma ci pare che il Cielo ci offra qualcosa che non si possa fare?
L’alto ci dona solo occasioni ed opportunità che ci rendono sempre più noi stessi.
Proviamo a ripensare all’occasione che venne data al giovane ricco, che un giorno si presentò davanti a Gesù chiedendogli cosa potesse fare per servire al meglio Dio.
Cosa gli venne risposto???
Semplicemente:

«Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.”
Rattristato???
Già, proprio così!
Impensabile per chi vive nel confort della ricchezza, fine a se stessa, rinunciarvi.
Non si tratta di un invito a rinunciare al denaro o a considerarlo come sporco e inadeguato per farci accedere al “nostro paradiso interiore”, ma bensì del saper tralasciare qualcosa che qui è stato appunto esemplificato con la ricchezza…
Ciascuno di noi ha le sue situazioni,, persone, scelte … a cui non rinuncerebbe mai, perché le reputa fondamentali …
Un esempio???
Molte offerte di lavoro attuali, vengono rifiutate perché la nuova sede comporterebbe uno spostamento di residenza e un allontanamento dagli affetti.
Dov’è il problema?
Forse sta nel nostro attaccamento a ….
Una coppia deve vivere per sé, quindi essere disposta a muoversi per il proprio benessere nel qui ed ora …
Eppure la rinuncia e le scuse spesso abbondano:
“Andare altrove quando qui ho la casa dei miei genitori???”
“Allontanarmi da mamma e papà??? E poi come faccio con i figli che verranno???”
E se non ne venissero proprio?
Ci ancoriamo per comodità, anche a situazioni ipotetiche sulle quali non nutriamo nessuna certezza …
Ma torniamo allo storia …
Fondamentalmente erano 5 cinque rimpianti più grandi, che lei ha scelto di appuntarsi e trasformare in questo capolavoro per farci riflettere e crescere.
Erano tutti pensieri di uomini e donne nelle loro ultime settimane di vita.
Cosa rimpiangevano con tanto rammarico e dolore???
Beh, c’è da rifletterci veramente sopra.
Nessuno rimpiangeva di non aver soddisfatto abbastanza le proprie pulsioni sessuali o le spinte a soddisfare i desideri alimentari, ma neppure rimpiangevano il lusso, i gioielli, le macchine sportive o i viaggi esotici e costosi, di quelli tutti sazi ed appagati  …
Tutto questo “ben di dio”, almeno secondo noi, nelle ultime settimane non occupava, guarda caso, più nessun posto nella loro mente.
Nessuno diceva più:
“Avrei voluto visitare quel posto lontano”
o “avrei voluto farmi più amanti”, ma:
“Vorrei avere avuto il coraggio di vivere una vita più vera, non quella che gli altri si aspettavano da me”
E’ questo il pensiero che Bronnie Ware dice di aver raccolto solitamente fra le persone, di ambo i sessi, che se ne stavano andando.
Tra gli uomini poi ricorreva questa frase:
 “Vorrei aver lavorato di meno”.
E’ questo invece il pensiero espresso da ogni singolo paziente uomo, curato dall’infermiera australiana, indipendentemente dalla sua posizione sociale …
E’ semplicemente sconvolgente.
Come mai???
Si tratta di persone a cui è mancato vivere fondamentalmente l’Amore, quello vero, quello per la propria donna , oppure la giovinezza dei propri figli e la presenza più sostanziosa degli amici, con cui condividere, divertirsi … e tutto questo a causa dell’eccessivo lavoro.
Immaginiamoci noi occidentali’s karma … con i nostri doppi e tripli lavori per pagare i vari mutui …
Ma questo è anche  il desiderio espresso da alcune donne, anche se in misura minore, perché la maggior parte di noi donne, solo pochi anni fa, lavorava moltissimo in casa e poco fuori…
Oggi le cose probabilmente sono già parecchio diverse …
Nel suo libro essa dichiara:
“La maggior parte delle persone non ha capito, se non a pochi giorni dalla fine, che la felicità è una scelta”.
La maggior parte di queste persone non ha vissuto una vita diversa, solo perché è sempre stata convinta di “non poter fare altrimenti”, come dicevo io poco sopra,  di “non avere scelta”, di “deludere le aspettative degli altri e quindi non essere più amata”, se avesse anche solo desiderato andare contro corrente.
Siamo come dei salmoni disorientati, che vanno solo in una direzione, dimenticandosi che per generare ci attende proprio la prova dell’andare “contro corrente” …
E noi???
 Quali rimpianti potremmo avere  in punto di morte?
Forse oggi,  aprile 2017, possiamo finalmente capire, essere in grado di cogliere cosa ha davvero importanza per noi …Spero veramente che queste parole ci facciano pensare e che tutto entri in una giusta dimensione …
Un cellulare, l’auto bella, la casa di proprietà, la fissità immobile in un posto di lavoro … possono essere veramente la differenza, a seconda del valore che imputiamo loro …
Forse un giorno non lontano, ci pentiremo di aver svolto per anni un certo lavoro, magari in una città o in una nazione che non ci piaceva, solo perché “lo stipendio era buono” o era una certezza.
Forse finalmente ci sentiremo a disagio per aver provato fastidio esagerato di fronte ad una ruga, quando una mamma deve andarsene lasciando dei bimbi piccolissimi e magari con il rimpianto di non averli baciati e coccolati abbastanza, perché impegnata a lavorare per ripagare il mutuo o il prestito per l’auto o il telefonino di ultima generazione …
Stiamo spendendo “ i nostri anni migliori” spesso nella direzione sbagliata …
Dubbi, paure, tentennamenti, desideri spesso infondati, … rinunce apocalittiche …
Forse stiamo capendo che non valeva la pena litigare, arrabbiarsi, starci male per mesi, non vedere più quella persona, non perdonare solo per orgoglio…
Proviamo a riflettere ed osservare dal di fuori, con attenzione, quello che stiamo facendo nella nostra vita, sia sul piano lavorativo che sentimentale, oppure nei rapporti con i colleghi, con gli amici, con i figli, con gli sconosciuti… e chiediamoci di cosa ci pentiremo o potremmo pentirci un giorno…
A volte sappiamo cogliere per un attimo il vero valore della vita e la sua caducità, ma per pochi attimi, subito accantonati e rimossi …
Quando?
Per esempio quando usciamo di casa e improvvisamente un’auto che sbanda o un automobilista sbadato rischiano di “farci volare altrove anzitempo” …
Allora forse per un attimo pensiamo che stavamo per lasciare qui tutto … nessuno e niente esclusi ….
Forse proprio quella mattina non abbiamo neppure sfiorato le labbra o il collo della nostra compagna per dirle che la amiamo o accarezzato i suoi capelli o quelli di nostro figlio, se ne abbiamo uno.

Ma ha senso tutto questo?

Quello sarebbe il mio vero rimpianto …
Non aver donato ancora una volta qualcosa di me a chi amo e con cui vivo e divido e condivido … e con cui e grazie a cui sono cresciuta …
Il resto non conta …
Non credete?
Cosa rimpiangerete quindi di non aver fatto e cosa rimpiangerete di aver fatto?
Credo sia un esercizio molto molto interessante.
La ricerca personale condotta da questa infermiera ha fatto emergere che il maggior rimpianto di queste persone prima di andarsene è stato quello di essere rimaste condizionate per anni da stupide paure, dal terrore di quello che avrebbero detto gli amici, i vicini, i parenti o lo stesso partner… se avessero osato di più nell’esprimere la propria Anima.
C’erano molte persone che erano vissute una vita con un compagno che non amavano davvero, solo per paura di cosa avrebbe causato fra i parenti la notizia della separazione ed altre che rimpiangevano di aver rinunciato all’Amore vero per un lavoro, la ricchezza, un posto al sole, di non aver fatto mai quella dichiarazione d’amore quando erano giovani…
Inaudito, ma tutto questo è, e ci appartiene.
Poi c’erano le persone che rimpiangevano di non aver mai azzardato mettersi in proprio per paura di perdere la sicurezza dello stipendio e quelle che, al contrario, rimpiangevano di aver dedicato troppo tempo al lavoro perdendosi tutto il resto.
E’ poco prima di morire, quando ti viene data una scadenza, come i formaggi ed il latte, che tutto assume una prospettiva diversa, tutto ciò che consideravamo importante o addirittura indispensabile per la nostra felicità, viene automaticamente ridimensionato e visto nella sua vera natura.
Il fatto di non aver più paura di rimanere senza lavoro e senza soldi o di non dover più difendere una reputazione agli occhi di parenti e amici, ci cambia finalmente la gerarchia dei valori.
Interessante, parecchio interessante.
E se non avessimo neppure quel tempo per riflettere e chiedere scusa a noi stessi e a chi abbiamo coinvolto nelle nostre scelte???
Sono felice, perché ho sempre manifestato all’uomo che mi ama il mio Amore, così come alle persone che incrocio lungo la mia strada …
Anche un sorriso, ma nessuno può dire di essermi passato accanto senza che io me ne rendessi conto …
E’ più facile che non sappia se quella persona avesse le scarpe blu o rosse, ma come stava dentro e di cosa avesse bisogno, l’ho sicuramente colto.

E voi???

Quanto condiziona le nostre azioni la paura di avere qualcosa da perdere?
Ma cosa abbiamo veramente da perdere?
State rinunciando a un amore, a una nuova avventura lavorativa, a nuove prospettive, ad inseguire un vostro sogno… semplicemente perché credete di avere ancora qualcosa da perdere, o avete paura di restare senza soldi, senza famiglia, senza amici, senza reputazione???
Sob!!!
Oppure avete paura che gli altri parlino male di voi, che vi giudichino, magari perché oggi siete un poco più pallidi del solito???
Beh, ricordiamoci che un giorno, potendo, ce ne pentiremo sicuramente.
La paura che la nostra reputazione – che rappresenta la debolezza del nostro ego – possa venire intaccata, ci costringe alla miseria più profonda di noi, cioè della nostra Anima.
Immaginiamoci tra 150 anni, a partire da oggi.
Allora nessuno di noi avrà più denaro, un titolo di studio, un partner, dei figli, una casa, un’automobile… nulla, nemmeno un corpo.
Avremo perso tutto ciò che reputavamo più importante.
Inevitabile.
E siamo tutti consapevoli che andrà a finire così, per tutti, con tempistiche diverse, ma sarà così ….
Cosa avremo con noi, che farà parte di noi, del nostro karma?
Semplicemente le cose eterne: la gioia per aver vissuto una vita piena, di aver amato tanto, di aver lottato con il Cuore ed esserci sentiti dei Guerrieri della Luce sempre, di aver aiutato un sacco di persone ad essere più felici, di aver contribuito, seppur nel nostro piccolo, a costruire un mondo migliore.
Negli anni a venire, gli Angeli ci dicono, serviranno sempre più Guerrieri, eroi, monaci-guerrieri e guerriere, persone che lavorino alle dipendenze dell’Amore.
E noi???
Cosa faremo?
Come rientreremo in questo favoloso progetto divino???
Non si cambia il mondo chiedendo il permesso.
Dovremo  “mantenere la nostra posizione” luminosa, pur circondati dal caos.
Ma il Fuoco dell’Amore vero e del  Cuore,  che rende indomiti, non lo si può generare perché si è stati convinti da qualcuno, ma perché lo abbiamo dentro, lo abbiamo risvegliato, scelto e fatto nostro.
E’ allora che lo senti sgorgare, vivere e crescere fortissimo in te.
Allora, il giorno del mio ultimo respiro potrò valutare il successo della mia vita in base a quanto ho dato
e non in base a quanto ho ricevuto.
Potrò chiudere gli occhi felice, anche dopo un incidente stradale, senza rimorsi, perché anche quella mattina le mie labbra avranno sfiorato quelle di chi amavo e porterò con me, nel profondo della mia Anima il suo profumo, il timbro della sua voce, il calore delle sue mani che mi accarezzavano sempre, la gioia di un pensiero …
Saremo ricordati da coloro a cui abbiamo donato, non da coloro a cui avremo preso.
Questo pensiero riscalda e riscalderà  la mia, la nostra ultima ora.
Se offriamo, se diamo tutto, incluso la cena, in maniera assoluta, con Amore, noi possediamo più di quello che diamo e così facendo VIVIAMO ETERNAMENTE .
Qualcuno ha detto:
” Devo smetterla di pensare troppo prima di agire.
Tutte le mie occasioni se ne sono andate per sempre lasciando al loro posto un inutile rimpianto.”

Facciamo in modo che questa frase non ci appartenga!

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