Un “Ponte” tra le Dimensioni

Un “Ponte” tra le Dimensioni

di Momi Zanda

Una delle definizioni possibili per comprendere l’evoluzione della coscienza in atto adesso sul nostro pianeta, è la ricongiunzione delle dimensioni.

La dimensione in cui si trova la Terra e tutta l’umanità è una dimensione molto densa. Il problema è che questa dimensione è stata per così dire sigillata e anche il tempo è stato confinato in un movimento chiuso e unidirezionale, da un unico passato a un unico futuro, attraverso un presente separato da qualunque altra linea temporale.

Da un punto di vista, questa situazione è il prodotto di una pesante manipolazione operata da esseri contigui alla nostra dimensione fisica che hanno trovato negli esseri umani una facile fonte di nutrimento energetico, per poter restare in una comoda nicchia che si sono costruiti a loro immagine e somiglianza, coltivando l’illusione di potere per sempre rimanere eguali a se stessi, padroni assoluti di un universo illusorio che hanno artificialmente creato e nel quale hanno rinchiuso l’umanità.

Da un diverso punto di vista – che non esclude il precedente ma lo completa e gli dà senso – questo imprigionamento e questa separazione dalle dimensioni più elevate fanno parte di un grande progetto cosmico di luce a cui l’umanità su altri livelli di coscienza ha liberamente deciso di aderire, pur conoscendo l’enormità del sacrificio, in termini di dolore, sangue e morte, cui sarebbe andata incontro prima del compimento del progetto.

Nel 2012, la bolla temporale e dimensionale in cui il nostro pianeta è stato rinchiuso, ha iniziato a dissolversi. Si sono aperti dei varchi, o addirittura dei portali, verso le altre dimensioni, e anche il tempo ha iniziato a modificarsi e a ricongiungersi col tempo galattico, che non è unidirezionale né unico, ma è un tempo molteplice in cui gli esseri scelgono le esperienze che desiderano fare e creano il tempo per poterle vivere. E ognuno esiste “contemporaneamente” in tanti tempi diversi.

La mente di fronte a questi concetti vacilla e si spaventa. Non possiamo permettere che mantenga il controllo sulla nostra vita, perché la mente è uno dei più accaniti guardiani della nostra prigione, ma neanche dobbiamo combatterla o cercare di annullarla. Va solo tranquillizzata e presa per mano, proprio come si farebbe con un bambino, per educarla a questa nuova realtà e aiutarla a sviluppare nuovi criteri e nuovi strumenti di comprensione.

Detto in altre parole, la nostra realtà per così dire tridimensionale (o quadridimensionale, se consideriamo il tempo lineare come una quarta dimensione) non va eliminata o abbandonata, ma va bensì riconnessa con le altre dimensioni e integrata con esse. Attraverso questa riconnessione e questa integrazione, la dimensione in cui esistiamo come umanità ormai da millenni (di tempo lineare) si modifica, diventando più fluida e più armoniosa.

Anche tutte le altre dimensioni si modificano, perché nell’universo non c’è mai una relazione o uno scambio a senso unico. Ed è per questo che tanti esseri di altre dimensioni, comprese tante civiltà stellari evolute, stanno comunicando con noi per sostenerci, indirizzarci e aiutarci in questo difficile processo, poiché il cambiamento dell’umanità riguarda anche loro e produrrà un cambiamento in tutta la galassia e in tutto l’universo. Ovviamente, il cambiamento che ci riguarda lo dobbiamo fare noi umani terrestri, non possono farlo al nostro posto gli esseri già evoluti, e il loro aiuto deve essere offerto nell’assoluto rispetto del nostro libero arbitrio, secondo il cosiddetto “principio di non interferenza”.

Il compito degli “umani in risveglio” è quindi quello di riconnettere, di riunire la dimensione fisica in cui siamo focalizzati e le dimensioni per così dire “non fisiche” in cui pure esistiamo, ma delle quali nascendo sulla Terra abbiamo perso quasi del tutto la consapevolezza e il ricordo. Detto in altre parole, dobbiamo diventare un “ponte tra le dimensioni” così da agevolare il passaggio di un sempre maggior numero di persone.

Per essere un ponte solido e affidabile per, è di fondamentale importanza sapersi muovere adeguatamente in tutte le dimensioni, prima di tutto in quella in cui siamo attualmente incarnati. Uno dei rischi che corrono i ricercatori spirituali è quello di innamorarsi delle dimensioni di luce, più elevate e rarefatte, che iniziano ad esplorare attraverso la meditazione, la canalizzazione, la trance, i sogni lucidi e quant’altro, a tal punto da svalutare la nostra dimensione più densa, e sicuramente molto più difficile da vivere e da gestire.

Così si tende magari a sminuire gli aspetti materiali della vita – condizionati da un vecchio e falsato concetto di separazione tra materia e spirito − o a cercare di forzare la realtà delle altre dimensioni nella nostra. Non c’è dubbio che le dimensioni più elevate siano fondate sull’unità e sull’amore. Ma è – passatemi il termine – piuttosto infantile vivere nella nostra realtà, credendo o fingendo che tutti ci amiamo (e che noi amiamo tutti), o cercando di comportarsi come se l’unità fra gli esseri umani fosse già una realtà immediatamente possibile.

Questo tipo di atteggiamento può facilmente portare chi ci sta vicino – e magari non è ancora sul percorso di risveglio che noi abbiamo intrapreso – a vederci come degli ingenui o come degli esaltati. In questo modo, gli operatori di luce rischiano di rinchiudersi in un proprio mondo separato dagli altri, che a quel punto risulterebbe altrettanto illusorio di quello da cui faticosamente abbiamo iniziato a risvegliarci.

Se vogliamo davvero diventare un “ponte tra le dimensioni”, è necessario essere saldamente ancorati anche alla dimensione “terrena” impegnandoci a renderla migliore – prima di tutto nella nostra stessa vita quotidiana − grazie alle comprensioni, alla luce, all’energia benefica che riusciamo ad attingere dalle dimensioni più elevate. Solo così possiamo nel tempo diventare un solido ponte, che stimoli gli altri attorno a noi a decidere liberamente di attraversarlo. In definitiva, entrambe le testate del ponte tra le dimensioni devono essere solide e ben costruite, altrimenti nessuno vorrà attraversarlo e presto o tardi il ponte crollerà.

Articolo di Momi Zanda

Fonte: https://momizandablog.altervista.org/un-ponte-tra-le-dimensioni/

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