I due lupi la vera Leggenda Cherokee
I due lupi la vera Leggenda Cherokee
La vecchia leggenda Cherokee dei due Lupi racconta che ci fu un tempo in cui un vecchio capo tribù parlava con suo nipote e gli raccontava la vita per metafore.
Dalla saggezza indiana la leggenda dei due lupi
Nella vita di ognuno e come se nella sua interiorità vivessero due lupi: uno bianco, che noi consideriamo buono e uno nero, che noi consideriamo cattivo. Il lupo bianco vive in armonia con tutto ciò che lo circonda e non reagisce alle offese con ulteriori attacchi e offese. Cerca sempre la via del non conflitto per risolvere ogni questione. Il lupo nero invece è aggressivo, arrabbiato, scontento e rancoroso.
Qualunque stupidaggine lo porta a reagire in maniera esagerata dettata dalla rabbia. E’ sempre in conflitto con tutto e con tutti. In collera e sospettoso con chiunque senza ragione. Non ha una capacità di scelta e di pensiero limpida, perché è sempre offuscato da sentimenti di rancore, di risentimento, di gelosia e invidia. Naturalmente non si fida di nessuno. E in questo modo non riesce ad instaurare relazioni sincere con nessuno.
La convivenza dei due lupi nella nostra interiorità è molto complicata in quanto entrambi vogliono conquistare la nostra benevolenza e approvazione.
La domanda a questo punto è: “Quale dei due lupi la spunterà?”
La conclusione frettolosa di questa storia narra che vince il lupo al quale decidiamo di dare nutrimento! Ossia la parte di noi a cui riserviamo la nostra attenzione e il nostro Amore.
I due lupi: la vera leggenda Cherokee
Ma l’insegnamento contenuto in questa storia è molto più profondo!
I lupi vincono tutti e due e contemporaneamente nessuno dei due. Perché l’armonia può essere raggiunta solo dalla convivenza pacifica dei due lupi. O per meglio dire dall’armonia degli opposti.
Se scelgo di nutrire solo la mia parte “buona”, quella cattiva rimarrà repressa, acquattata nell’ombra, per saltarmi addosso alla prima opportunità. E farmi sclerare in maniera incontrollata, procurandomi seri danni interiori e relazionali.
Quanto più una persona pensa di essere virtuosa e non vive la propria Ombra, tanto più la proietta e vede gli altri come malfattori. La persona convinta di essere virtuosa vive in un costante stato di indignazione e dà la caccia alla propria Ombra nella persona di un altro.
Marie Louise von Franz
Se io non riservo una parte della mia attenzione anche alla mia parte in ombra, questa starà sempre più arrabbiata e repressa. Comportandosi come una pentola a pressione senza valvola. E prima o poi mi procurerà una deflagrazione interiore devastante.
Questo è ciò che accade quando reprimiamo le nostre emozioni negative.
Ma se invece do la giusta attenzione anche alla mia ombra, riconoscendone le potenzialità e magari lavorandoci per abbassarne il volume, ecco che la lascio respirare e non ci sarà nessun pericolo che scoppi. In questo modo avranno respiro entrambi i lupi. E potranno convivere armoniosamente concedendomi entrambi le loro potenzialità. Entrambi i lupi vinceranno.
Io vincerò con loro
E soprattutto io vincerò con loro.
Non costringendomi ad essere santo contro natura. Come accadrebbe se permettessi solo al lupo bianco di sopravvivere. E non reprimendo parti della mia natura, considerandole inaccettabili, ma trasformandole al meglio, secondo l’opportunità delle loro potenzialità.
Per controllare le mie parti d’ombra, ma anche le mie parti di luce (che anche se sembrano luminose non sempre lo sono), devo imparare a conoscerle, ad accorgermi della loro presenza e ad accettarle.
Se scelgo di nutrire entrambe le mie polarità, le adatterò a me stesso nel migliore dei modi. Non subirò un conflitto interiore dovuto al mio pretendere di non essere chi sono. Così potrò utilizzare tutte le mie caratteristiche al meglio delle mie potenzialità. E quando i conflitti dentro di noi si esauriscono (le memorie non hanno più influenza), la voce dell’ispirazione risulta chiara e percepibile senza sforzo e con naturalezza.
La pace dell’Io è l’obiettivo
La pace dell’Io è l’obiettivo. La morale di tutta questa storia è che non sempre quello che appare buono è effettivamente completamente buono e ciò che appare cattivo è effettivamente completamente cattivo.
Come umani ogni giorno abbiamo a che fare con le forze delle Luce e le forze del buio. Ma non esiste un’accezione negativa o positiva assoluta per nessuna. Tutte le forze in gioco, quando cercano di attirare la nostra attenzione, lo fanno per uno scopo evolutivo di espansione dell’Amore. E quotidianamente noi abbiamo la possibilità di riconoscere tutte le varie parti di noi e renderle funzionali appunto alla nostra crescita oppure no.
Quando riusciamo a relazionarci con ogni parte di noi stessi, ne possiamo cogliere la bellezza intrinseca e sfruttarne l’opportunità che veicola. Se invece ci lasciamo trasportare dal giudizio, dal senso comune, da ciò che ci suggerisce l’opinione pubblica, perdiamo l’occasione che rappresenta.
Ci è stato insegnato che per essere bravi, dobbiamo appunto essere bravi secondo ciò che detta “la tradizione”, (Rinnegato cantava Edoardo Bennato), ma come abbiamo vista non è così categorico il concetto! E qui rientriamo nella teoria degli specchi trattata nel libro “Gli Specchi Esseni”. Ogni parte di noi ha un senso e un’utilità. Tutto sta a controllarla attraverso l’osservazione e la presenza e non a farci controllare da essa.
Ogni giorno dentro di noi potenzialmente si svolgerebbe una lotta tra luce e ombra, ma se noi non cataloghiamo l’una come bene e l’altra come male, ma consapevolmente entrambe come funzionali, potremo riuscire a convivere in pace con le potenzialità di tutte evitando in questo modo autosabotaggi e sofferenze autoalimentate
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