Io Crisalide – dentro la Trasformazione

Io Crisalide – dentro la Trasformazione

Mi sto trasformando e questa mia trasformazione, come tutte le trasformazioni profonde, ha bisogno di tempo, ha bisogno di quiete, di silenzio, fuori e dentro.

Avviene nel buio la trasformazione, in quell’oscurità che sembra morte, che è morte, una morte necessaria senza cui non può esserci nuova vita. La Saggia Madre che è in me lo sa, sa che la trasformazione è morire per rinascere, sa che non esiste trasformazione senza morte, ma questo buio, questa immobilità fanno comunque paura. Gli occhi non vedono nel buio e gli altri sensi non sono ancora abbastanza sviluppati per fare da guida, per rassicurare.

Sta accadendo qualcosa di importante, qualcosa di potente, lo so, lo sento, ma non ci sono specchi in questa oscurità che mi mostrino cosa accade, che mi mostrino la mia trasformazione. Posso vedere il mio fuori ma non arrivo a vedere il mio dentro, così lo cerco negli altri, cerco occhi che vedano per me, cerco parole che mi mostrino cosa accade dentro me, che mi confermino che c’è davvero una trasformazione in corso, che mi dicano in cosa mi sto trasformando.

Cerco fuori di me, in chi ho attorno. Ma loro non sono me e non possono sapere cosa in me accade.

Chi non Vede si accorgerà della mia trasformazione solo quando sarà compiuta e sarà evidente, o non se ne accorgerà affatto.

Chi Vede si accorge che un mutamento è in corso e se è saggio tace, ben sapendo che le sue parole sono sue, rispecchiano la sua esperienza, le sue idee, le sue paure e possono Sì portarmi avanti, ma anche essere d’intralcio

Mi sto trasformando e tutto ciò che mi serve per compiere la mia trasformazione è pace, è silenzio, è immobilità, è buio. Ma il buio intristisce e l’immobilità è così innaturale.

Tornare indietro non è più possibile ma riuscirò ad arrivare alla fine? Riuscirò a vedere l’uscita?

Dicono che ci sia, dicono che quando sarà il momento di uscire da questo bozzolo che ho creato tutto attorno a me lo saprò e saprò come uscirne. Dicono… e vorrei avere la certezza che sia così, vorrei sapere cosa esattamente sarò e cosa troverò attorno a me quando uscirò da qui, quando questa trasformazione sarà compiuta. Vorrei avere la certezza che non sia tutto vano, che non arrivi qualcosa ad interrompere il processo, lasciandomi non più bruco ma non ancora farfalla.

Vorrei poter fare come fa il bruco che chiude le trasmissioni e concentra tutte le sue energie nella trasformazione. Ma sono una donna non un bruco. Ho una mente che non ne vuole sapere di stare in quiete per più di qualche ora e un senso di colpa atavico che rende l’immobilità così difficile da mantenere mentre il mondo attorno a me parte di quello dentro me urla “non puoi stare lì con le mani in mano ed aspettarti che le cose succedano da sole.

Così cerco compromessi tra me e Me. Un giorno mi trasformo e uno lavoro, un’ora sto immobile e l’ora dopo mi rimbocco le maniche. Mi racconto che può funzionare, che riuscirò lo stesso a completare la mia trasformazione. Me lo racconto ma non è così. La Madre Saggia che è in me lo sa, la Donna Selvaggia che è in me lo sa, le storie che si tramandano dall’origine dei tempi e che non sappiamo più leggere, lo sanno e lo raccontano. Più la trasformazione è profonda e più ha bisogno di buio, quiete, silenzio, tempo.

Ed ecco a cosa serve il Coraggio. A non lasciarmi fuorviare dalle voci fuori, a non lasciarmi ingannare da alcune delle voci dentro, a non lasciarmi tentare dal bisogno di fare e di far vedere che faccio. Il Coraggio serve a non dare potere all’idea che gli altri sappiano meglio di me cosa è meglio per me, serve a non permettere che la paura di essere diversa e di essere me stessa mi porti fuori dal mio percorso, serve a mantenermi salda in ciò che dentro so essere il mio Modo, la mia Via, anche quando chi penso maestro segue altri percorsi e mostra diversi cammini. A questo serve il Coraggio

Mi sto trasformando. Non è la mia prima trasformazione ma è la più profonda, quella che traccerà il solco più ampio tra il prima e il dopo. Ha bisogno di spazio questa nuova trasformazione, ha bisogno di tempo, di silenzio, di nutrimento, di amore, di energia. Ha bisogno di Me Presente, di Me Centrata, di Me in Ascolto, di Me che Amo me stessa. Ha bisogno che io sia completamente in esso questo nuovo ciclo Vita-Morte-Vita, presente a questa piccola morte con lo sguardo rivolto verso la nuova vita.

 

 

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