LA SOFFERENZA UN GIOCO INFINITO DI SALI E SCENDI

LA SOFFERENZA UN GIOCO INFINITO DI SALI E SCENDI

 

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Scritto da Morena Masciullo
L’immenso amore che scaturisce dal dolore… Forse una delle consapevolezze più contraddittorie e liberatorie che ci siano è: vedere la bellezza e la perfezione nel dolore. La prima volta che ascoltai “nuvole bianche” di Ludovico Einaudi mi fece questo effetto: piansi a dirotto per la COMMOZIONE della maestosità e la meraviglia del dolore.. Della bellezza e della sofferenza che è questa vita: il dolore che vissuto sboccia in una dolce e struggente sinfonia. La prima volta che l’ascoltai c’era una grande contraddizione in me: ero in auto al tramonto, circondata da meravigliosi paesaggi, e dentro ero triste e arrabbiata.

La musica mi dava la sensazione di farmi PRECIPITARE nel dolore sempre più a fondo e farmi risalire… Un abbandonarsi al precipitare dolce della sofferenza della vita e un risalire nell’Amore, e successivamente precipitare ancora. Mi è stata così chiara la bellezza della vita. La MAESTOSITÀ e la parte terribile e bella della vita derivano dalla sofferenza. Come quando si entra in una cattedrale: si è intimoriti dall’immensità e dalla GRANDEZZA di Dio, ma è un timore REVERENZIALE.
La vita può ferirci in mille modi inaspettati, ma è proprio in questo che sta la sua infinitudine. All’ottava alta questo senso di timore diventa reverenza e meraviglia per le infinite vie che la vita usa per manifestarsi.
Non si vive più nel terrore costante di cosa può capitarci, ma nello stupore continuo di questa MAGNIFICENZA.

La sofferenza, se opportunamente compresa e trasmutata, diventa una incessante lode al Signore. La mia vita è un riscoprirsi al centro del mare, un mare meravigliosamente gioioso e celebrativo, pieno di vita e meraviglia; grata di ESSERE ogni istante, grata di poter VIVERE!! È ritrovarsi su un’onda: è sentirsi precipitare, affogare, sopraffare… Aver paura di non risalire più, maledire il movimento della vita che ti porta giù, dove il sole è meno visibile… E poi piano risalire, spinti da una forza sconosciuta, e rivedere il sole, gioire, ringraziare l’esistenza per averti salvato da tutto quel caos. E ritrovarsi sulla cresta dell’onda, più vivi e gioiosi che mai. Ma dopo un po’ ricominciare a precipitare.. E poi improvvisamente risalire, in un infinito GIOCO di sali e scendi, di luce di buio… Fino a quando inizi a prevedere le onde e a DIVERTIRTI, a capire che se si può risalire e divertirsi è perché prima si è scesi, e che se si prova quel brivido di paura e divertimento è grazie alla rapidità della discesa… Che in fondo qualunque esperienza possiamo aver vissuto, nulla di sostanziale è cambiato!

Grazie a Morena Masciullo

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