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Tutti attori e tutti registi… inconsapevolmente

 

Tutti gli altri sono attori del mio film interiore, così come io lo sono del loro film. Siamo tutti “registi” inconsapevoli del film che vediamo, ma anche “attori” inconsapevoli del film che gli altri vedono.

Tutti attori e tutti registiLe nostre “caratteristiche particolari” attirano le persone che ne hanno bisogno per comprendere qualcosa di se stesse, così come facciamo noi con gli altri, andando a cercare certe compagnie che hanno appunto delle caratteristiche particolari che il nostro inconscio ci chiede di comprendere.

Paradossalmente, dovremmo ringraziare chi ci fa soffrire, perché quella sofferenza che emerge da noi non è mai data da chi ha recitato la “parte” per noi, ma da noi stessi che non abbiamo compreso una determinata nostra emozione che viviamo in modo “bloccato”.

Ce la siamo letteralmente cercata noi, abbiamo provocato qualcuno per farci vivere quell’emozione. E’ il caso, ad esempio, di quando dopo aver commesso un grave errore ci diciamo “…non so cosa m’è preso in quel momento!”. E’ stato, in sostanza, il nostro stesso inconscio che ci ha messo nella condizione di provocare una certa persona e fare in modo che vivessimo una particolare emozione, e ci rendessimo conto che quella emozione non siamo in grado di gestirla. E’ il nostro inconscio che ci chiede… come si fa? Come si gestisce questa situazione?

Se quindi non comprendiamo queste dinamiche interiori, ogni volta che cambiamo scena, ogni volta che cambiamo paese, ogni volta che cambiamo qualcosa per scappare da quella emozione, Lui ce lo richiederà di nuovo e alzerà ogni volta un po’ di più il volume della sua vocina, facendoci fare errori sempre più gravi: gravità di cui non sempre ci rendiamo conto perché, insieme all’aumentare del “volume” della sofferenza che si genera, noi generiamo anche una certa convinzione mentale ed un certo adattamento alla sofferenza, alzando di conseguenza anche la nostra “soglia di sopportazione”.

Non a caso, per esempio, chi ha a che fare con persone negative nella vita… trova sempre e solo persone di quel tipo sulla propria strada… ne lascia una e ne trova un’altra… ma è proprio vero che le persone sono sempre tutte così negative e pessime? E poi, con tutta l’esperienza che abbiamo accumulato, come mai non abbiamo ancora imparato la lezione? Evidentemente, stiamo guardando nella direzione sbagliata…

Ma c’è dell’altro, c’è una parte di noi che ricerca proprio quelle persone, che ne sente il bisogno, non certamente per soffrire, o per masochismo, ma per qualcosa di più profondo… magari per pura e semplice risonanza emotiva con una emozione bloccata da comprendere. In ogni comportamento ripetitivo, in ogni sofferenza ripetitiva, c’è sempre un’emozione bloccata (credenza limitante) che non sappiamo gestire (…e ce ne sono tantissime).

Se si riesce però a risalire all’emozione, non al fatto oggettivo, non a quello che è successo nel caso specifico, ma proprio solamente all’emozione che si produce in noi, allora avremo intrapreso la giusta strada e ci renderemo anche conto che quell’emozione bloccata ci ha creato più problemi di quelli che abbiamo visto finora. Cambieranno allora non solo gli eventi riguardanti il problema ricorrente che vivevamo quotidianamente, ma anche molte altre cose che erano comunque collegate alla necessità di saper “gestire” quella particolare emozione bloccata.

La sofferenza e il dolore

Ogni manifestazione stonata della vita è un’emozione da comprendere in noi, è un’emozione da “liberare” in noi, è un’emozione che il nostro” bambino interiore” non ha compreso a suo tempo e che non sa ancora gestire, quindi continua a comportarsi  nell’unico modo che ha imparato quella prima volta… Evidentemente però si tratta di una gestione poco flessibile, che non si adatta al fluire della vita e per questo genera sofferenza.

Quando però avremo imparato a gestire le nostre emozioni, non avremo più il bisogno di riviverle e, quelle persone che ci hanno sempre prodotto quelle medesime emozioni, avranno due scelte spontanee… o andranno via, si allontaneranno da noi, o cambieranno il loro comportamento nei nostri confronti. Ma anche questo loro cambiamento sarà spontaneo, noi non dovremo fare assolutamente nulla, semplicemente costoro non troveranno più in noi nessun appiglio emotivo per poterci proporre quella loro emozione, e noi non troveremo più nessun motivo inconscio per voler vivere ancora quell’emozione…

Per cambiare le cose intorno a noi, dobbiamo liberare le nostre emozioni bloccate, i nostri blocchi emotivi, le nostre credenze limitanti, dobbiamo liberare il nostro bambino interiore dalle sue paure… che poi sono esattamente le nostre sofferenze.

Rivisto da www.fisicaquantistica.it

Fonte: http://osservazionequantica.altervista.org

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