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UNA LETTURA SPIRITUALE DEGLI ATTACCHI DI PANICO


spirituale22Gli attacchi di panico sono un fenomeno crescente in questi ultimi anni. Sempre più persone ne soffrono, e poi quando qualcuno si apre e ne parla, allora scopri che molte altre persone raccontano a loro volta le loro esperienze, e viene cosi a galla un sommerso di notti insonni e paure soffocanti, talvolta inesprimibili a parole.

Allora mi sono chiesto come mai ci fosse questa diffusione, se fosse solamente perché adesso hanno “definito” un “attacco di panico”, individuandone gli aspetti che lo contraddistinguono, ma che in realtà la gente ne ha sempre sofferto in egual misura, o se effettivamente si tratta di un disagio che riflette l’attuale situazione della nostra civiltà in questa epoca di profonde insicurezze e timori, che si concretizzano attraverso queste reazioni inconsce del nostro animo.

Ho chiesto cosi un parere ad uno dei miei insegnanti, su quale fosse il significato sottile degli attacchi di panico. Quali sono le cause che li generano?

Ed ecco qui la sua risposta, che considero molto interessante per la chiave di lettura che propone (tra parentesi le mie note).

 

“Quando apparentemente hai paura, in realtà è l’ego che ha paura. Non sei tu ad aver paura, tu che sei l’anima, l’anima che sostiene l’ego [ego inteso come identificazione del nostro “io”, separato dal resto, da tutto ciò che è esteriore, in quanto individui – n.n.].

Anzi, sei molto di più, sei il Sé [l’Atman], che è il cuore dell’anima, e che non può essere intaccato da nulla. È una verità che sappiamo, ma la sappiamo solo con la mente. Dovremo invece essere capaci di viverla anche con il cuore. Solo allora non ci sarà più nessuna paura, mai più.

È una cosa che devi spiegare alle persone. Non sono loro ad aver paura. Ma siccome si identificano con la mente e con l’ego, si identificano automaticamente anche con la paura che vive l’ego. Quindi, la soluzione è una sola: occorre risvegliare l’anima.

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Ma vediamo la questione più nello specifico: in principio ci sono due cause riguardanti gli attacchi di panico che provano le persone, e in particolare le persone che iniziano una ricerca interiore, un cammino spirituale.

 

  1. Una causa può essere esterna.

Noi alimentiamo tutta una serie di risonanze inferiori nell’aura attraverso i pensieri, le emozioni e le intenzioni che abbiamo ogni giorno, quotidianamente.

Da un lato abbiamo le ansie, le preoccupazioni, lo stress di ogni genere, amplificate dal mondo in cui viviamo. E dall’altra parte ci sono le cattiverie, le invidie, le gelosie, i desideri inferiori che riguardano noi, che siamo noi ad alimentare, portandoli sempre con noi nella testa. Tutte queste risonanze creano delle fessure, dei buchi nell’aura. E cosi risoniamo con tutto quello che ha una vibrazione simile attorno a noi.

Se siamo persone equilibrate, se ci siamo purificati dagli aspetti inferiori, allora non potremo essere influenzati da queste risonanze disarmoniose. Ma spesso, questi pensieri, emozioni ed intenzioni negative che ci portiamo dentro sono subconsci, e non sempre ne siamo consapevoli. Continuando però ad alimentarli, ad avere pensieri di sfiducia, tendiamo a creare delle forme-pensiero, che sono come delle vere e proprie entità sottili, energetiche, che si nutriranno di queste emozioni inferiori. E queste entità arriveranno persino a coabitare nella nostra aura.

Quando iniziamo a trasformarci coscientemente [in quei momenti speciali in cui decidiamo, ad esempio, di smettere di fumare od ogni altra abitudine dannosa, che sappiamo non farci bene, quando iniziamo a fare qualcosa per noi, a iniziare un percorso interiore, quando interiormente chiediamo aiuto, cerchiamo una via, una guida, ecc.], iniziamo allora a raffinare ed elevare la frequenza predominante di vibrazione, e queste entità inizieranno a loro volta a spaventarsi, a rendersi conto che vengono minacciate, sia nella loro stessa esistenza che nella possibilità che avevano sino a quel momento di nutrirsi all’insaputa di quella persona.

Cosi, molte volte questi stati di panico vengono trasmessi a quella persona proprio da queste entità inferiori, che ovviamente faranno di tutto pur di allontanare l’aspirante principiante dalla via spirituale che ha da poco cominciato. Per un po’ di tempo, nei primi mesi di pratica, queste entità inferiori possono creare diversi guai all’aspirante, inducendogli tutta una serie di strani pensieri.

Qui, il consiglio importante da dare è quello di continuare nella loro pratica spirituale, di non fermarsi, ma di andare avanti con tenacia e aspirazione. Man mano che la pratica li porterà ad uno stato di armonia e di elevazione, queste entità saranno costrette ad andarsene [perché non hanno più una risonanza che le fa rimanere nell’aura]. Da quel momento gli stati di panico spariranno.

Può darsi che certe risonanze inferiori non vengano eliminate del tutto, e cosi potranno esserci delle situazioni in cui ci confronteremo con certe prove spirituali, anche per chi è un praticante avanzato. Le situazioni con cui ci confrontiamo, le debolezze che riscopriamo in noi hanno però lo scopo di renderci coscienti di esse, per poterle cosi eliminare definitivamente.

Come sai, non tutti però le superano, e cosi ci saranno anche quelli che decidono di abbandonare la via spirituale intrapresa.

Tornando ai principianti, è importante che comprendano che l’arma che hanno a disposizione per trasformarsi è la loro pratica spirituale (sadhana). Una pratica che dovrà essere sostenuta, se vorranno veramente eliminare le loro emozioni inferiori subconscie, e persino diventare immuni alle interferenze esteriori.

 

  1. Un’altra causa è puramente interiore.

In altre parole, non riguarda una qualche causa esterna, come i pensieri negativi generati dalla società in cui viviamo, dalle influenze nefaste propagate dai mass-media o da entità sottili. Riguarda il nostro EGO.

Mi sono trovato spesso in situazioni nelle quali man mano che il praticante viveva degli stati sempre più profondi in meditazione, appariva un forte stato di paura. È la cosiddetta paura dell’ignoto. Ma di fatto si tratta della paura dell’ego, che sente la sua esistenza minacciata.

L’ego, nonostante sia una parte di noi, è come se arrivasse però ad avere una sua esistenza indipendente, e questa indipendenza è sostenuta dal fatto che noi ci identifichiamo di continuo con esso. Nel momento in cui noi (quelli veri) iniziamo ad evolvere, avendo cosi accesso ad ambiti della realtà che vanno oltre la mente e l’ego, allora l’ego entra in panico.

Noi non ci stiamo più identificando con lui, quindi non lo alimentiamo più (almeno durante il tempo di quell’esperienza spirituale profonda) e l’ego sente subito che inizia a disintegrarsi. Allora appare una forte reazione di autoconservazione, che mette in funzione tutti gli strumenti che ha a disposizione per interrompere quell’esperienza spirituale. Sopraggiungono un sacco di pensieri, desideri, ricordi passati o proiezioni future [con i quali la mente cerca di riprendere il “dominio” su di noi, sul nostro stato di “presenza” che è oltre la mente], ma soprattutto, la cosa che impiega di più in questi casi è proprio quella di amplificare un sentimento di panico. Se ti lasci prendere, se cadi nella trappola e ti identifichi con questo sentimento, ti riporterà immediatamente nell’ambito dell’ego e della mente, e cosi perdi il contatto con le dimensioni profonde dell’anima. E  perdi quell’esperienza.

Per questo si dice sovente che nella via spirituale bisogna essere come un EROE. Devi affrontare d’assalto tutte le prove con cui ti confronti, con lo stesso coraggio e la tenacia di un eroe in battaglia.

E mi ricordo di come rispose Grieg anni fa, quando qualcuno gli chiese com’era stata la sua evoluzione, e lui disse: “Come un bulldozer!”.

Quindi, per chi è all’inizio, la cosa essenziale è che continuino la loro pratica, cercando di praticare OGNI GIORNO. Anche se non hanno molto tempo, è comunque un lavoro che li aiuta – con le asana, le meditazioni, le purificazioni, le tecniche di concentrazione che conoscono già – ad armonizzarsi globalmente. Perché il corso settimanale non basta, se vogliamo veramente trasformarci. Se non lavorano seriamente anche a casa, non riescono a produrre sufficienti trasformazioni. Occorre anche il loro sforzo personale.

Ricorda loro di pregare, di rapportarsi a Dio, al loro Angelo Custode.

E ripeti di continuo quel che ti ho detto all’inizio: quando hai paura [o altri stati negativi, che ci inducono emozioni inferiori come tristezza, sfiducia, rabbia, ecc.] e gli attacchi di panico sorgono, è un indizio chiaro che quella persona è troppo centrata nel suo ego, e quasi per nulla nell’Anima. Infatti, un’evidenza del fatto che abbiamo veramente risvegliato l’anima è proprio quando non ci confrontiamo più con la paura.

Qualcuno dirà che ci sono persone malvagie che non hanno paura di nulla, ma si sbagliano. Apparentemente non hanno paura, ma sono solo i veri eroi, quelli altruisti e con un gran spirito di sacrificio, che sono realmente liberi dalla paura in quanto, di fatto, sono liberi dall’ego.”

 

Fonte: http://www.yoga-integrale.it/index.htm

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