polarità

Anche se la cultura blocca le polarità, queste continuano a vivere in noi

Le polarità ci parlano della vita in tutta la sua estensione. Ci dicono cos’è la vita e cosa ci dà. Se nella vita esiste questo, esisterà anche quest’altro. Cercate la luce? Vi darà anche il buio. Poter vedere queste polarità e come influisce il situarsi in un estremo piuttosto che in un altro fa parte della nostra crescita personale.

La cultura, le norme sociali, l’eredità familiare, gli ordini mascherati… tacciono e maltrattano in più di un’occasione un lato del continuum, un estremo della coppia. Silenziano un lato della polarità. Amputano la nostra essenza, molto spesso impedendole di crescere. Come un germoglio che prova a crescere, ma viene tagliato. L’energia che impiega quando cerca di uscire viene mozzata dallo strumento che taglia.

 

Tuttavia, l’energia continua ad essere lì. E se non viene fuori in maniera naturale, emergerà in maniera meno sana e più violenta. Questo accade con le nostre polarità. Quante volte sarete rimasti sorpresi di voi stessi quando avete agito in maniera aggressiva o ferendo qualcuno, quando forse l’immagine che avete di voi è quella di una persona tranquilla e paziente? Quante volte siete rimasti sorpresi nel comportarvi con pacatezza, quando vi considerate persone nervose e facilmente irritabili?

Identificarsi con una sola parte delle polarità significa negare la propria autenticità

Questa è la nostra autenticità, il nostro Io più genuino. Siamo entrambi gli estremi. Siamo aggressivi e delicati, tranquilli e nervosi. Siamo luce ed ombra… Di solito ci si posiziona ad un estremo del continuum, negando con totale convinzione l’esistenza dell’altro estremo. “Io sono tranquillo, non mi arrabbio mai!”. “Io sono molto indipendente e non ho bisogno di aiuto”.

 

Ed è proprio in quel momento che neghiamo parte della nostra natura, quando critichiamo duramente l’altro. Se non siamo capaci di accettare la parte di noi che ripudiamo e ciò che la società ci spinge a ripudiare, lo noteremo e lo ripudieremo negli altri. Ma non in noi, perché “questo non sono io”. “Perché sono tranquillo e non mi arrabbio mai”. Tuttavia, quando vedo che gli altri lo fanno, il mio essere si scalda ed esplode.

Ci identifichiamo con quelle parti di noi che ci rendono orgogliosi o che la cultura rafforza. Essere uomini e “femminili” viene a volte percepito come qualcosa di strano in determinate culture. Tuttavia, in altre è qualcosa di totalmente normale e naturale.

 

Se ci appropriamo di ciò che neghiamo, non lo proietteremo all’esterno

Riconoscendo i nostri estremi, potremo accettarli. Quando ci accettiamo, smettiamo di proiettare negli altri ciò che non ci piace di noi, e quando questo si verifica possiamo essere capaci di comprenderlo senza giudicarlo. Lo contempleremo con tranquillità e senza sentirci turbati. Questo perché non proietteremo ciò che non ci piace di noi, bensì lo contempleremo.

 
 

Lavorate per essere autentici, per integrare le vostre polarità. Più vi accetterete, meno rifiuterete gli altri. Meno pregiudizi avrete, più liberi sarete. Più vi accetterete, più potrete lavorare su voi stessi grazie all’affetto, migliorando ed eliminando il bisogno di proiettare ciò che non vi piace degli altri.

 

 

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