Scopri come attingere al tuo potenziale innato connettendoti alla tua parte più autentica attraverso l'anteprima del libro di Melissa Joy Jonsson.
Divertiti a diventare un vero artista del cuore
“Le cose migliori e più belle del mondo non possono essere viste e nemmeno toccate. Bisogna sentirle con il cuore.”
- Helen Keller
Pensa a una situazione o a una serie di eventi in cui eri a conoscenza di qualcosa senza saperne il motivo. Potresti aver provato questa sensazione senza alcuna prova concreta a supporto di ciò che stavi percependo. Presto hai scoperto che ciò che avevi rilevato era corretto. Forse hai permesso alla tua mente logica di convincerti del contrario, per poi pentirtene subito dopo.
Se ti fossi fidato dell’intuizione, prestando attenzione ai segnali, avresti seguito il cuore. Alcuni la chiamano intuizione. Altri lo chiamano istinto. Io la chiamo “consapevolezza centrata sul cuore”. Per secoli, l’adagio “segui il tuo cuore” è stato tramandato da una generazione all’altra, nelle diverse culture. Istintivamente molti sanno che ci si può fidare del cuore.
Storicamente, il cuore è stato collegato a caratteristiche come la compassione, il perdono, l’empatia, l’apprezzamento e la gentilezza. Nel IV secolo a.C. il filosofo greco Aristotele identificò il cuore come sede dell’intelligenza, dei moti dell’animo e delle sensazioni. Alla fine del XII secolo, il maestro Niccolò Salernitano dichiarò che il cuore fisico era il principale “membro spirituale” del corpo. In quanto tale, era considerato la sede di tutte le emozioni.
Nell’era dell’informazione postindustriale, che si basa sulla tecnologia moderna (computer/era digitale), la mente ha tuttavia preso il comando e il cuore è stato messo da parte. La società occidentale ha programmato l’individuo perché si concentri sulla conoscenza, sulla raccolta dei dati e sugli interessi intellettuali, come se la mente e il corpo fossero il disco rigido di un computer.
Se è così, allora il campo del cuore è la connessione alla rete internet universale, con accesso a informazioni, amore, creatività, ispirazione infiniti e al potenziale illimitato.
Perché la consapevolezza centrata sul cuore?
Il campo del cuore è la porta di accesso alla coscienza della completezza. Il cuore non separa le cose, perché, come l’amore, non ha polarità o opposti. Vivere partendo dal cuore unificato piuttosto che dalla mente polarizzata ci permette di andare oltre il divario che ci limita, verso la consapevolezza di uno spazio di possibilità infinito.
L’intelligenza del cuore ci connette all’intero quadro e ci sintonizza sul canale dell’intuizione innata. Possiamo trascendere così i filtri percettivi della mente e le emozioni che essi suscitano e imparare a entrare in relazione con noi stessi e con gli altri a partire da uno spazio di amore di sé che è completezza. La consapevolezza centrata sul cuore colma tutti i divari con l’amore, in quanto potenziale illimitato. Di conseguenza, tutte le espressioni create dal cuore, in quanto verità nell’unità, proiettano e riflettono la completezza dell’amore.
Sono molte le definizioni del campo del cuore che le singole persone e organizzazioni possono utilizzare. Quello a cui mi riferisco non è il cuore fisico, il chakra del cuore né il campo elettromagnetico che può essere misurato da determinati dispositivi. Il campo del cuore cui alludo include il cuore fisico, il chakra e il campo elettromagnetico, dal momento che è onnicomprensivo. Contiene ogni cosa.
Il campo del cuore ci fornisce l’accesso diretto alla nostra voce interiore, alla saggezza che risiede in noi e al regno interiore del potenziale illimitato. Crea una connessione diretta con la nostra principale essenza.
Ci consente d’incarnare uno stato di consapevolezza coerente, superando così la segregazione e i limiti della mente, per accedere alla totalità di noi stessi. Nel campo del cuore, attingiamo al nostro potenziale innato connettendoci alla parte più autentica di noi, che è un insieme senza limiti, tempo e dimensione.
I campi di torsione
Il campo del cuore ha una forma torica che comprende due campi di torsione, una sorta di antenne a spirale che inviano e ricevono informazioni da e verso il corpo e da e verso l’ambiente. La fisica dei campi di torsione spiega come funziona la nostra intuizione. Ci sono molte informazioni scientifiche a supporto di questa affermazione e ho parlato in modo esteso della scienza dei campi di torsione in altri libri.
I campi di torsione del cuore assomigliano a una ciambella che comprende due campi controrotanti, di cui quello interno gira in una direzione e quello esterno ruota nella direzione opposta. All’interno di questi campi di torsione c’è un vortice. Qui l’informazione come potenziale aggancia entrambi i campi di torsione. Ciò crea allo stesso tempo una certa quantità d’inerzia e di moto, che permette alle informazioni di uscire da questo vuoto come forma, azione ed esperienza. L’informazione (in-forma-azione) crea l’esperienza direttamente a partire dal campo del cuore.
Quando vi si accede, si entra nella pura potenzialità prima che essa si esprima come forma ed esperienza.
Scendiamo nel campo del cuore per accedere a uno stato di pura potenzialità e neutralità; il punto zero del potenziale infinito. Partendo dal campo del cuore, possiamo giungere a stati indifferenziati di informazione e al potenziale della coscienza prima che le informazioni prendano forma e si definiscano attraverso l'azione, la prospettiva e/o l’esperienza.
Secondo le ricerche condotte presso l’Istituto HeartMath: “Il cuore genera il campo elettromagnetico più esteso e potente del corpo. Se confrontata con quello prodotta dal cervello, la componente elettrica del campo del cuore è circa 60 volte maggiore, e permea ogni cellula dell’organismo. La componente magnetica invece è circa 5.000 volte più forte del campo magnetico del cervello e può essere rilevata già a partire da diversi metri di distanza dal corpo, con magnetometri sensibili. Inoltre, questo campo elettro-magnetico può essere misurato da più di 1 metro e mezzo di distanza dal corpo fisico. Ciò spiega in parte perché siamo in grado di sentire le emozioni delle persone che si trovano vicino a noi.
La componente torica del campo del cuore, che non è di natura elettromagnetica ma comunica con il campo elettromagnetico del cuore, ruota in due direzioni contemporaneamente, in senso orario e antiorario. Il campo di torsione che gira verso sinistra è associato all’accesso al nostro potenziale illimitato innato, alle informazioni infinite e all’intuizione, mentre quello che gira verso destra è associato all’azione, alla manifestazione, all’espressione e alla scelta.
La rotazione del campo cuore
Perché funzioni in modo coeso sono necessarie sia la rotazione verso sinistra sia quella verso destra. La prima non è migliore della seconda e viceversa. Entrambe sono necessarie, anche se diverse.
Rotazione verso sinistra e destra sono solo una questione di prospettiva. Immagina di essere di fronte a me. La tua sinistra sarebbe la mia destra e viceversa. Quindi la direzione dipende dal punto di vista.
Per una comprensione più accurata della rotazione del campo cuore, immagina che mentre una spirale gira verso l’interno, l’altra ruoti verso l’esterno. Ci sono un’involuzione e un’evoluzione che avvengono simultaneamente. Il punto in cui le due si uniscono è uno snodo in cui il potenziale infinito si esprime sotto forma di esperienza e distinzione.
Il campo del cuore è la nostra connessione a ogni cosa, compresa l’intuizione, e si trova lì dove il senso personale del sé individuale incontra la consapevolezza transpersonale, ossia dove ci colleghiamo a qualcosa di più grande di noi che è comunque parte di noi. Il campo del cuore è una porta d’accesso all’anima ed è una fonte di verità. E una risorsa affidabile per ottenere informazioni attendibili in un Universo interconnesso. Il campo del cuore funziona come le antenne che ricevono informazioni dal nostro canale personale d’intuizione. Con il cuore, possiamo conoscere, in modo inconscio.
"Ho trascorso la maggior parte della mia vita adulta a ricercare un autostima maggiore, un significato più profondo in grado di spiegare le brutte esperienze dell’infanzia e una migliore comprensione di me stessa in relazione alla vita. Forse il dono più potente che ho ricevuto da Melissa attraverso i suoi insegnamenti è stato quello d'interrompere la ricerca! Lei suggerisce di approfondire la propria connessione alla consapevolezza centrata sul cuore perché è l’origine di tutto ciò che abbiamo continuato a cercare al di fuori di noi stessi. Mi sono chiesta: “Sto inseguendo o ricordando qualcosa che è al di fuori di me?”. Aggiungere questa semplice domanda alle mie esperienze quotidiane è stato un punto di svolta nel rafforzare la mia conoscenza intuitiva, e mi ha permesso di creare spazio per il mio vero autentico sé in relazione a me stessa e agli altri, pur consentendo il flusso e la grazia anche nei momenti più difficili." — KO
Come facciamo a conoscere veramente?
A volte le persone pensano di non essere focalizzate sul cuore quando usano la mente logica, come se le due cose si escludessero a vicenda. Secondo la mia esperienza, questo non è vero. In effetti, spesso le persone sono focalizzate sul cuore, e qualcosa sembra loro così giusto e sensato da portarle a pensare che sia la logica a condurre il gioco. L’intuizione, però, è la logica del cuore e spesso ci parla in modo molto pragmatico.
Per focalizzarci sul nostro cuore, non abbiamo bisogno di escludere la mente. Nel prossimo capitolo vedremo come sfruttarli entrambi, secondo ciò che chiamo sintesi di cuore/mente. Per ora, proviamo a diventare più consapevoli di quando siamo o non siamo nel nostro cuore, così da coltivare una consapevolezza più centrata.
Uno dei quesiti più frequenti che ricevo dagli allievi di tutto il mondo è: “Come faccio a sapere se sono davvero nel mio cuore?”. Questa è un’ottima domanda cui molte menti curiose vogliono dare risposta, e forse solo il cuore può farlo con sincerità.
Un errore che tende a verificarsi per le persone che vogliono entrare nel cuore e pensare che ci sia un modo giusto o sbagliato di accedere alla consapevolezza centrata. Ci sono tanti modi diversi di accedere al cuore quanti sono gli individui sul Pianeta. Non esiste un modo giusto o sbagliato per sperimentare la consapevolezza centrata. Giusto o sbagliato sono concetti della mente che cerca di polarizzare e giudicare tutte le esperienze.
Così come non possiamo dire di conoscere davvero la realtà - possiamo solo comprendere la nostra esperienza -, allo stesso modo non sappiamo con certezza assoluta se siamo nel campo del nostro cuore. Possiamo solo conoscere la nostra esperienza di trovarci nel cuore. È qualcosa di unico per ciascuno di noi. Quindi è importante che ci fidiamo di ciò che osserviamo e sperimentiamo quando mappiamo la consapevolezza nel nostro stesso cuore.
Fidati di ciò che provi
In un certo senso siamo sempre nel nostro cuore. Il campo del cuore è parte integrante dell’essere, è collegato all’essenza. Quindi siamo sempre nel nostro cuore, dal momento che l’essenza non cambia mai e non va da nessuna parte. Non è possibile non essere nel cuore, dal momento che il campo del cuore è ciò che siamo. Piuttosto, è possibile rendersi conto che non riusciamo a riconoscere la consapevolezza centrata sul cuore.
Come può accadere? Forse abbiamo sviluppato un personaggio o un’identità che crediamo ci richieda di essere sempre logici. La nostra carriera può dipendere dal fatto che ci affidiamo alla mente per eseguire compiti lineari con un alto grado di precisione. Forse ci siamo abituati a pensare che il modo migliore per realizzare qualcosa nella vita sia usare soprattutto la mente.
Forse in giovane età abbiamo imparato che il nostro cuore non è uno spazio sicuro. Forse abbiamo perso qualcuno che amavamo quando eravamo giovani e il dolore è stato insopportabile. Forse non siamo stati accuditi o amati dai nostri genitori e abbiamo codificato fin da piccoli che l’Universo non è un posto sicuro. Così abbiamo sviluppato strategie per navigare attraverso la vita in modo logico per percepire noi stessi un passo avanti rispetto a ciò che potrebbe capitarci.
Da bambini siamo quasi sempre nel campo del cuore, aperti e ricettivi al mondo, traboccanti di meraviglia infantile. Forse però, nel periodo della nostra innocenza, qualcuno ha ferito i nostri sentimenti o ci ha ridicolizzato a tal punto che abbiamo chiuso l’accesso al cuore per proteggere la parte più cara di noi stessi, l’essenza dell'integrità come completezza. Così abbiamo costruito un muro energetico attorno al nostro cuore e poi abbiamo sviluppato acute capacità intellettuali per compensare.
O forse abbiamo messo a punto una strategia in cui la nostra coscienza non era nemmeno dentro il nostro corpo: in un certo senso era come se fosse andata altrove. Abbiamo deciso di non essere del tutto presenti per evitare di essere feriti di nuovo. Non eravamo a casa nel nostro corpo perché non eravamo a casa nel nostro cuore.
Forse siamo pieni di paura, e così passiamo un bel po’ di tempo a rimuginare sul passato o a formulare ansiose previsioni del futuro. Questa abitudine allontana la consapevolezza dal cuore e dai doni che il presente ha da offrire.
Per alcuni siamo ipersensibili o veniamo etichettati come empatici, e l’unico modo che conosciamo per affrontare “le emozioni degli altri” è rimanere scollegati da ciò che sentiamo. Viviamo nella mente per proteggerci dai sentimenti. Forse non tutti siamo consapevoli di essere empatici e altamente sensibili, ma alcune persone sono più in sintonia con ciò rispetto ad altre. Empatia e sensibilità, forme di compassione, sono aspetti dell’esperienza umana e del fatto che siamo tutti connessi.
Quanto appena menzionato può portarci dal nostro cuore. A prescindere dalle ragioni, non importa quanto la nostra consapevolezza si sia allontanata dal suo posto, né quanto tempo siamo stati lontani dal nostro cuore, dal momento che possiamo sempre ritrovare la strada di casa.
Data di Pubblicazione: 30 ottobre 2018