Creare Un Testimone Osservatore

Creare Un Testimone Osservatore

10 Settembre 2015 5,2K letture

testimone-osservatoreUno dei processi fondamentali nel lavoro su se stessi è quello di creare un testimone osservatore, in modo da poter osserverare la nostra personalità dal di fuori, di entrare in quello stadio di coscienza che si trova nel mezzo fra l’identificazione con la personalità e l’identificazione con l’anima. Questa crescita personale è di vitale importanza in quanto, al fine di ottenere uno stato di benessere, non è possibile trasformare nell’immediato la nostra personalità che è andata costruendosi negli anni, ma possiamo disidentificarci con le sue manifestazioni grossolane.

Attraverso il testimone osservatore potremo osservare la nostra personalità che soffre, che produce rabbia, rancore, ma non saremo più “noi” a sperimentare quelle emozioni negative. Per il semplice fatto che andremo a creare un progressivo distacco dalle vicissitudini che coinvolgono la personalità. È un processo di vitale importanza, ci identificheremo sempre più con questa nuova entità, il testimone, che acquisirà progressivamente forza al nostro interno e ci incammineremo verso ciò che realmente siamo e abbandoneremo ciò che gli “altri” hanno fatto di noi.

La creazione del testimone osservatore comincia con l’osservazione del nostro corpo, perché è la parte tangibile più facile da osservare per i nostri cinque sensi. Possiamo osservare con attenzione ogni gesto, movimento, respiro che facciamo, naturalmente con la dovuta concentrazione. I metodi scientifici cominciano sempre dalla cosa più semplice, quindi è bene iniziare ad osservare la nostra mano che si muove, noi che camminiamo, ci vestiamo, tutte operazioni che svogliamo nella quotidianità ordinaria che viviamo, ma che troppo spesso svolgiamo nella più totale meccanicità. Ovvero, non ci rendiamo neanche conto di quello che stiamo facendo.

Al contrario, mentre osserviamo il corpo nelle sue azioni, resteremo stupiti delle nuove esperienze, sensazioni, percezioni, e quando impareremo a muovere una mano con attenzione, vigilanza e consapevolezza, sentiremo una certa grazia, un certo silenzio nella mano. Possiamo fare il movimento senza osservarlo. Sarà certamente più veloce, ma perderà la grazia del gesto consapevole, controllato, voluto da “noi”. L’osservazione di se stessi è una pratica che viene troppo spesso “snobbata”. Le persone preferiscono svolgere esercizi complessi, iscriversi a costosi corsi di meditazione e di yoga, quando alla base di tutto c’è la semplice pratica dell’osservazione.

Dopo il corpo, per creare un testimone osservatore, è importante osservare la mente. Attraverso la pratica dell’osservazione del corpo abbiamo imparato a muoverci in un modo più “sottile” e sarà più facile osservare i pensieri. Perché al di là di quello che si dice e si pensa, i pensieri altro non sono che onde sottili, onde elettroniche, onde radio, ma sono fatti di materia, proprio come il nostro corpo. Quindi, se siamo riusciti a osservare il corpo, non ci sarà nessuna difficoltà ad osservare l’operato della mente.

È vero che i pensieri non sono visibili, così come, ad esempio, non lo è nemmeno l’aria. Ma l’aria stessa è materia e così sono i nostri pensieri: materiali ma invisibili. Osservando i pensieri ci stiamo muovendo verso l’invisibilità, verso la creazione del testimone osservatore. Ci troviamo, però, ancora ad un livello intermedio. In ogni caso avremo preso consapevolezza dell’inconsapevolezza e saremo capaci di fermarci ad osservare i nostri comportamenti e individuare quali sono i meccanismi psicologici/mentali che li causano.

Il passo successivo è quello del “non-giudizio”. Forse quello più difficile. Perché viviamo in una società nella quale ovunque si tende ad esprimere un giudizio: in tv, al bar, con gli amici, al lavoro, non c’è momento in cui non si cade nella trappola del giudizio. Cosa c’entra il giudizio con la creazione del testimone vi starete chiedendo, e la risposta è semplice e pratica. Nel momento in cui cominciamo a giudicare ci dimentichiamo di osservare, quindi interrompiamo quel processo alchemico di “staccamento” dalla nostra personalità e torniamo ad identificarci con essa. Perché nel frattempo che formuliamo un giudizio, ci dimentichiamo di osservare, ma non solo, abbiamo cominciato a pensare, ci siamo lasciati coinvolgere.

Non siamo rimasti distaccati sul ciglio della strada, come un testimone osserva semplicemente il traffico, ma ci siamo fatti coinvolgere da questo traffico che porta soltanto caos e inquinamento nella nostra mente. Il testimone osservatore è pura presenza. È distaccato, privo di opinioni “personali” riguardo a ciò che fa il corpo, la mente e il mondo circostante. Osserva e basta.

Il testimone osservatore è capace di osservare i propri pensieri come nuvole che passano nel cielo. I pensieri sono una semplice onda sottile che ci attraversa la mente, bisogna osservarli senza giudizio e saremo di nuovo molto “sorpresi” dai risultati, così come quando per la prima volta abbiamo osservato la nostra mano in uno stato di presenza. Ci sorprenderemo del fatto che maggiore è l’osservazione che si sarà consolidata in noi e minore sarà la quantità di pensieri che “affollano” la nostra mente.

È naturale, fisiologico, perché se osservi non pensi, pensare significa valutare, confrontare, giudicare, tutte operazioni che appartengono alla mente, ma non al testimone osservatore. Lui non valuta, non confronta e non giudica. Quindi se siamo arrivati al livello di osservazione pari al cinquanta per cento, vuol dire che il nostro “lavoro” ha portato a ridurre del cinquanta percento la quantità di pensieri presenti nella nostra mente. Quando saremo diventati dei testimoni osservatori “puri”, allora al novantanove per cento saremo osservazione, e solo ogni tanto ci sarà un pensiero solitario, “l’uno per cento” che passa per la nostra mente. Per il resto il traffico è scomparso. Quel traffico da ora di punta non c’è più nella nostra mente.

Ti starai domandando se non è stupida questa pratica della creazione del testimone osservatore, visto che “abolisce” ogni forma di pensiero in noi. Ma non è assolutamente così, si tratta semplicemente di non identificarsi più con il meccanismo giudicante della mente. Come ci insegna la stessa psicologia, per disidentificazione si intende quel particolare stato emotivo in cui viene ad annullarsi, o è già del tutto assente, qualsiasi identificazione egoica.

Noi non saremo più la nostra mente nel momento in cui diverremo un perfetto testimone osservatore, ma ciò non vuol dire che non potremo fare un uso volontario e cosciente della mente stessa. Ma più della mente, osserveremo il mondo dagli occhi del cuore, è preferibile, in quanto il cuore non divide fra bello e brutto, giusto e sbagliato, ma sintetizza e intuisce la perfezione di tutto ciò che accade. Questo è lo stato neutrale, di pace, di beatitudine, in cui si trova il testimone osservatore.

Fondamentalmente il significato di questo articolo è proprio quello di “capire” come tutte le volte che NON ci troviamo in uno stato di gioia, che non siamo innamorati del mondo e che soffriamo per qualche ragione, la motivazione è soltanto una: non riusciamo a percepire la realtà che sta “accadendo” intorno a noi.

Sentiamoci liberi di lamentarci, di arrabbiarci, di deprimerci, di gridare al mondo la nostra rabbia, ma poi fermiamoci un momento, e cominciamo ad osservarci da una prospettiva diversa, proviamo a “sentire” come queste emozioni negative in realtà non appartengono a “noi” ma al nostro apparato psico-fisico, alla nostra parte animale, al nostro Ego, a tutto ciò che la nostra società ha progettato per sopravvivere, ma non per cogliere la verità, la realtà in cui viviamo.

Ecco perché è fondamentale creare qualcosa di diverso, qualcosa che possa offrirci una nuova prospettiva e che possa essere il “trampolino di lancio” per ESSERE. Essere ciò che siamo. La nostra essenza, l’anima! Questo qualcosa di diverso è il testimone osservatore e anche se non siamo ancora del tutto convinti della veridicità di queste nuove idee, anche se rimaniamo un po’ scettici, il fatto stesso di “provarci” ci permetterà di contrastare le leggi fisiche a cui è sottoposto il nostro apparato psico-fisico. In altre parole, scopriremo come attraverso il testimone osservatore non saremo più schiavi dei vecchi schemi di pensiero e dei vecchi schemi di reazione emotiva.

Il testimone osservatore è il grande traguardo di tutti coloro che lavorano su se stessi per una profonda trasformazione, per un cambiamento interno/esterno che ci permette di vedere la realtà con occhi diversi e soprattutto di vivere una realtà vera, concreta e non fittizia e apparente come accade per gran parte dell’umanità. Chi è un testimone osservatore conosce “il segreto” e può applicarlo a situazioni diverse: pensieri, emozioni, sentimenti, stati d’animo… dalla mente al cuore alle stesse condizioni: niente giudizi, puro testimoniare.

È un salto quantico, dal cuore all’essere, al vero centro della vostra esistenza. Quando sarete diventati dei perfetti osservatori del vostro corpo, della vostra mente e del vostro cuore, non potrete e non dovrete fare niente di più: dovete solo aspettare. Quando la perfezione è completata, il resto verrà da sé, come un premio, questa è la vera “fede”, aver fede che qualcosa accadrà in modo spontaneo. È la Vita!

Sii un osservatore senza scegliere; non scegliere ciò che è buono e non respingere ciò che è cattivo.
Nulla è buono, nulla è cattivo, solo essere un testimone è buono e il non esserlo è cattivo.

(Osho – “Il benessere emotivo“)

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