Come esseri umani ci troviamo in una posizione difficile. Nel momento in cui diventiamo anche lontanamente consapevoli del nostro stato di schiavitù in questo mondo, desideriamo ardentemente la liberazione.
Tutti coloro che realizzano veramente lo stato di schiavitù in cui versa l’umanità, desiderano profondamente essere liberi da risentimento, rancore, traumi, sfiducia, sistemi di credenze, reattività, depressione, aspettative, desideri, ideali, standard, auto-giudizio e, cosa più importante, liberi dalla paura.
Le nostre anime in segreto si vergognano: vogliamo avere le ali e vogliamo volare – ma ci rendiamo conto di come siamo imperfetti. Eppure siamo ancora intuitivamente certi che possiamo essere liberi.
La realtà è che questo problema si è perpetuato nel corso della storia e sin dall’alba dei tempi. Ogni uomo e ogni donna in ogni cultura ha cercato la libertà. Ma libertà da cosa? E libertà verso cosa? E soprattutto: cos’è veramente la libertà?
Cos’è la libertà?
Le persone chiedono la libertà di parola come compensazione per la libertà di pensiero che usano raramente.
Søren Kierkegaard
Quando chiedi alla maggior parte delle persone come definirebbero la libertà, molto probabilmente risponderanno qualcosa del tipo: “La libertà è essere in grado di fare quello che vuoi”, come nella rappresentazione stereotipata degli spiriti liberi.
Ti sei mai fermato a pensare a questa interpretazione della libertà? Se tutti facessero davvero quello che vogliono, questa non sarebbe veramente libertà – sarebbe caos e anarchia. Perché? Perché ognuno ha un’idea diversa di ciò che vuole nella vita e, sebbene una cosa possa giovare a una persona, potrebbe compromettere o distruggere completamente la vita di un’altra.
In fondo sappiamo che la libertà ha a che fare con ciò che è “giusto”, o in altre parole, ciò che avvantaggia tutti, sia l’individuo che il collettivo.
Ma come possiamo sapere cosa è ” giusto “? Le religioni hanno cercato di utilizzare i sistemi morali come linee guida di vita ma, come abbiamo visto, questo non è stato molto efficace. Per essere liberi di fare “ciò che è giusto” dobbiamo prima essere in grado di coltivare la maturità e la saggezza per essere consapevoli delle conseguenze delle nostre azioni. Per essere liberi dobbiamo diventare esseri umani responsabili. Ma la maggior parte di noi vuole solo l’irresponsabilità.
La gente continua a parlare di libertà, ma in realtà ciò che vuole non è la libertà. Quello che la maggior parte della gente vuole è essere irresponsabile. A meno che la tua libertà non possa aiutarti ad andare più in alto di prima – a crescere in spirito, compassione, gratitudine, unità e perdono – allora la tua libertà è molto probabilmente un’altra forma di schiavitù.
L’ego è molto abile a camuffare la schiavitù da libertà.
Ti fa credere che se otterrai questo o quello sarai felice. Ti lusinga con surrogati di libertà che, prima o poi, si rivelano essere fragili palafitte fondate sulla paura, sull’emotività reattiva e sul timore di perdere quel poco che hai ottenuto.
Alcune persone pensano che la libertà consista esclusivamente nell’affrancarsi da forze esterne come i sistemi politici. Ma la politica è solo uno tipo di schiavitù! In realtà, ci sono tre tipi di libertà: libertà fisica, libertà psicologica e libertà spirituale.
Da un lato, la nostra schiavitù fisica è quella che riguarda i nostri corpi esterni. Potremmo essere in catene o dietro le sbarre, potremmo essere tenuti in cella e torturati come prigionieri di guerra. Potremmo essere in un paese che considera la nostra razza inferiore. Potremmo frequentare una scuola dove i figli dell’ignoranza ci bullizzano perché ci percepiscono come “diversi”.
La nostra schiavitù psicologica, d’altra parte, è qualcosa di cui spesso non siamo nemmeno consapevoli. In giovane età, ad esempio, ci sono state insegnate ideologie culturali di natura politica, sociale e religiosa e, per tutta la nostra vita, le abbiamo adottate come “verità assolute” nelle nostre versioni della realtà. Abbiamo anche sviluppato convinzioni su noi stessi, a volte ingannevolmente grandiose e altre volte grossolanamente distorte, come le convinzioni che siamo sfortunati, brutti, poco intelligenti o indegni. In tal modo abbiamo perso l’ amore per noi stessi e la nostra autenticità .
La libertà spirituale
I nostri paesi, attraverso le parole dei politici, ci dicono che siamo liberi ma, il più delle volte, si riferiscono solo alla libertà fisica o psicologica sotto forma di libertà di parola e di pensiero. Ma la vera libertà , la libertà spirituale, è essere liberi nel pensiero e liberi nell’anima. Solo allora possiamo essere autenticamente fedeli a noi stessi. Ci piace incolpare i nostri governi, le nostre religioni, i nostri genitori, i nostri insegnanti e le nostre società. Ma la verità è che non essendo consapevoli e responsabili dei nostri pensieri, sentimenti, decisioni e comportamenti, limitiamo la nostra libertà.
Libertà + consapevolezza
Cerchiamo ritiri per noi stessi, case in campagna, spiagge, montagne. Ma … abbiamo anche il potere di ritirarci in noi stessi. Perché non c’è rifugio più tranquillo e più libero dai guai della nostra anima … perfetta tranquillità, il giusto ordine della mente.
Marco Aurelio
Dobbiamo innanzitutto essere consapevoli che non siamo in effetti liberi, prima di poter perseguire la libertà. Il primo e l’ultimo passo verso la libertà personale è la completa consapevolezza.
Quando Friedrich Nietzsche disse: “Dio è morto e l’uomo è libero“, stava tentando di liberarsi dalla schiavitù delle sue convinzioni. Stava affermando che quando c’è un Dio che vive fuori di noi, l’uomo non può in alcun modo essere libero, poiché questo ci trasforma semplicemente in burattini. Quando mai abbiamo chiesto di essere creati e quando ma abbiamo avuto voce in capitolo nella nostra distruzione? Come possiamo essere liberi se siamo sia vittime delle nostre nascite che delle nostre morti?
Ma le parole di Nietzsche furono interpretate male da molti (come di solito accade) e, così facendo, coloro che decisero di ribellarsi a “Dio” si schiavizzarono ancora di più, diventando reazionari. Proprio come ogni altro “rivoluzionario” che è contro qualcosa, non sono mai stati veramente liberi.
Come possono mai essere liberi un ateo o un anarchico se sono costantemente contrari a qualcosa? Se combattono costantemente? Queste persone sono schiave dei propri pensieri, di ciò per cui stanno combattendo e delle proprie reazioni emotive verso chi sceglie di non essere dalla loro parte. Solo attraverso la consapevolezza possiamo essere totalmente liberi, e solo attraverso la consapevolezza possiamo scegliere di allontanarci dai giochi della dualità, trovando la nostra interezza innata.
Una profonda comprensione
La libertà può venire solo attraverso una profonda comprensione e una profonda consapevolezza della vita. Se il tuo governo è malato e, per frustrazione, scegli di reagire, ribellarti e diventare anche tu malato ideologicamente, questo porta solo al caos.
Adesso cambieremo rotta per un po’.
Quando usiamo la parola “paradiso”, la associamo alla bellezza esteriore e anche alla libertà. È interessante notare che l’origine della parola: “Pairidaeza“, che in persiano significa “giardino recintato e protetto”, rivela la vera natura dell’idea di paradiso: per quanto bello, il giardino è ancora recintato e tu sei ancora un prigioniero.
Lo stesso vale per la storia di Adamo ed Eva che, una volta mangiato dall’albero della conoscenza, si sono liberati dai confini del “Paradiso”, con Dio che ha liberato loro e il loro potenziale. Tuttavia, senza sviluppare la nostra consapevolezza, abbiamo nuovamente creato le nostre prigioni sotto forma di confini nazionali, credenze religiose e ideologie politiche.
La nostra percezione della libertà è sempre esterna
Quando parliamo di libertà, pensiamo sempre al Giardino dell’Eden, a leggi governative che certificano ogni nostro respiro e alla ricchezza finanziaria. Chiediamo a Dio di aiutarci perché non vogliamo assumerci la responsabilità della nostra vita e non abbiamo il coraggio di sperimentare la nostra stessa divinità. E quando Dio non ci aiuta, quando il mondo non va come vogliamo, incolpiamo gli altri.
Un semplice esempio di questo è la nostra tipica storia d’amore. Nel corso della vita, molti di noi non riescono a crescere e ad amare se stessi. E quando riusciamo a trovare qualcun altro che ci ama, veniamo sopraffatti dalla felicità. Molto rapidamente gettiamo la nostra felicità nelle mani dell’altra persona pensando che soddisferà tutto ciò che desideriamo dalla vita. Ma, così facendo, ci siamo resi schiavi dell’altro. Come? Ad esempio, quando vediamo la persona amata in compagnia di qualcun altro ci sentiamo gelosi. Quando i nostri cari non si comportano come ci aspettiamo, ci arrabbiamo. Ci manca così tanta consapevolezza di noi stessi che li incolpiamo costantemente e, così facendo, li imprigioniamo nelle nostre ragnatele di aspettative.
Questa è la natura di ogni relazione
Qualcuno ci delude, lo biasimiamo come “idiota” e ci arrabbiamo invece di assumerci la responsabilità della nostra pazienza, tolleranza e delle nostre aspettative. La verità è che non abbiamo mai fatto un accordo con coloro che frequentiamo per obbligarli a comportarsi secondo le nostre aspettative. Proiettiamo solo i nostri ideali di responsabilità su di loro nella speranza che non rendano le nostre vite più difficili.
Non arriviamo mai a comprendere che la chiave della libertà consiste nel cambiare qualcosa dentro di noi, e non qualcosa all’esterno.
La chiave della libertà
Quando sei libero da tutto ciò che ti lega, da tutto ciò che è falso, da tutto ciò che è effimero, quando ti liberi di tutto ciò che è immaginario e mortale, allora puoi sperimentare la verità e l’immortale dentro di te.
Questo è ciò che gli indù chiamano “Moksha” (emancipazione o liberazione) e ciò che Mahavira ha definito “Kaivalya” ( distacco). La libertà dai pensieri passati e dalle aspettative future è la vera libertà. Liberi di essere, di esistere, di sperimentare la gioia, Dio, l’innocenza, la coscienza, è la vera libertà ed è interamente del momento presente.
La libertà deriva dall’essere consapevoli di ciò che ti rende veramente felice e assumerti la responsabilità di questo. Non puoi cambiare il mondo perché anche solo il tentativo di farlo crea aspettative che ti imprigioneranno ancora una volta. Puoi solo cambiare te stesso e incarnare il messaggio che desideri condividere.
Libertà di rispondere
Nonostante tutte le somiglianze, ogni situazione di vita ha, come un neonato, un volto nuovo, che non è mai esistito prima e non tornerà mai più. Ti richiede una reazione che non può essere preparata in anticipo. Non richiede nulla di ciò che è passato. Richiede presenza, responsabilità; richiede la totalità del tuo essere.
Martin Buber
Essere consapevoli significa essere responsabili, ed essere responsabili significa avere la libertà di rispondere. Una risposta non è una reazione emotiva, una risposta è un’azione calma che viene eseguita mentre sei completamente presente e centrato nel tuo essere. Una risposta può nascere solo da un’energia piena di sentimento maturo: una persona immatura e pigra è incapace di agire ed è di conseguenza irresponsabile.
Rispondere non è controllare, poiché il controllo è solo un’altra forma di schiavitù basata sulla repressione. Ad esempio, cerchiamo di ignorare o distruggere parti del nostro essere interiore, del nostro sé ombra , in modo da poter fingere di essere calmi e raccolti. Un prete deve controllare i suoi desideri sessuali in modo che possa continuare ad apparire celibe o santo anche quando i suoi pensieri sono “perversi” per i suoi standard. Tuttavia, alla fine, questo crea solo nevrosi, dissociazione e odio di sé – qualcosa che il desiderio di controllare e reprimere causa in tutti.
Per essere liberi ci vuole coraggio, per poter rispondere in modo autentico ci vuole coraggio. Siamo troppo abituati a evitare di correre rischi a causa della nostra paura dell’incerto e dell’ignoto. È solo attraverso l’amor proprio e sentendoci a nostro agio in noi stessi, che possiamo essere più responsabili senza dipendere da variabili esterne.
Non possiamo mai essere veramente liberi esternamente
È attraverso la responsabilità che possiamo diventare consapevoli della nostra autenticità e del potenziale infinito dentro di noi, della gioia e della libertà insite nella vita stessa. Ed è solo una volta che abbiamo assaporato questa libertà, questa gioia, che diventiamo consapevoli della nostra capacità di passione, della nostra ragione più alta di essere, del nostro scopo nella vita.
Non possiamo mai essere veramente liberi esternamente; siamo un ecosistema interdipendente di animali, piante, alberi e persone che fanno affidamento l’uno sull’altro per esistere. Le nostre idee individuali di “libertà” possono diventare problemi vincolanti di altre persone. Possiamo solo scegliere di essere consapevoli della nostra autenticità, riflettendo e rispondendo ad essa in modi che non interferiranno con l’autenticità di altre persone. Se stai veramente rispondendo in modo autentico, ti rendi conto che rispettare la libertà degli altri significa rispettare la tua.