Essere Centrati: La Centratura Come Fonte Di Equilibrio E Stabilità

Essere Centrati: La Centratura Come Fonte Di Equilibrio E Stabilità

3 Marzo 2023 3,1K letture

Centratura, un termine che ricorre spesso in ambito psicologico, esoterico e di crescita personale, dove si fa riferimento all’essere centrati, una condizione interiore fonte di equilibrio e stabilità per il proprio cammino esistenziale. Chi è centrato è una persona che possiede i propri centri – fisico, mentale, emotivo, sessuale – perfettamente allineati, dove ciascuno di essi svolge correttamente il proprio lavoro. È importante fare attenzione al discorso dell’allineamento, poiché il termine centratura possiede, a sua volta, una valenza importante anche in ambito tecnico.

Il dizionario Treccani.it, ad esempio, in merito alla voce centratura afferma che si tratta di un’operazione “con cui l’asse di un pezzo rotante viene fatta coincidere con l’asse di rotazione della macchina”. Quindi abbiamo un allineamento fa due assi. Nell’ambito dell’ottica, invece, la centratura equivale al corretto posizionamento degli occhiali sul volto, ovvero il perfetto allineamento tra la lente e l’occhio.

Essere centrati vuole dire, prima di tutto, essere allineati. Un esempio lampante di centratura, di perfetto allineamento interno/esterno sono i dervisci rotanti, questi meravigliosi danzatori appartenenti al sufismo turco che ruotano vorticosamente su loro stessi fino a raggiungere uno stato di trance. Si tratta di un rituale simbolo del misticismo orientale, la danza sufi (Semà) in questione è esattamente la ricerca del proprio centro, la liberazione dalla materialità per ricongiungersi con il proprio centro, lì dove si trova la verità suprema, cioè l’immutabilità e l’immortalità di tutto. Qualcosa di analogo è stato portato in Occidente dal maestro e mistico armeno Gurdjieff – uno che aveva bazzicato parecchio presso i Sufi – con le sue “danze sacre”.

In ambito musicale troviamo il nostro immenso artista qual è stato Franco Battiato, figura a sua volta strettamente correlata con Gurdjieff. Il suo testo “Centro di gravità permanente” ha molto a che vedere con la centratura di cui sto parlando, in quanto il centro di gravità permanente che va cercando (“Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente”) rappresenta proprio quella condizione interiore che dona equilibrio e stabilità all’essere umano, quello stato di coscienza così permanente da non essere più succube delle circostanze esterne e ordinarie della vita.

“Finora il centro di gravità attorno a cui ha ruotato la nostra vita (che lo accettiamo o no) è stato l’io ordinario. Ed è ancora questo io che spera, valuta, giudica. […]
Fino a che tutta la mia psiche ruota attorno all’io, tutto ciò che è manifesto (che io lo voglia o no) sarà il riflesso dell’autorità di questo io.”
(Jeanne de Salzmann, allieva di Gurdjieff, in “La realtà dell’essere”)

La centratura diventa quindi un atto di bilanciamento interiore, di rafforzamento, in modo da non essere più succubi delle circostanze esterne della vita, circostanze che, attenzione, continueranno a manifestarsi ma avranno un impatto quasi nullo, perché un essere centrato è una persona che sa perfettamente cosa fare, dove andare, chi essere. Essere centrati vuol dire vivere con addosso un forte senso di orientamento, con in tasca i propri obiettivi ed essere capaci di lasciarsi guidare dai punti di riferimento circostanti. Insomma trattasi di una persona che sa esattamente quello che vuole e come ottenerlo.

Al contrario, una persona non centrata è una persona che non ha alcun baricentro, disallineata in se stessa e, per risonanza, vive una realtà che potremmo definire distopica. Detto così sembra un dramma e lo è, è il dramma delle moltitudini di vite ordinarie, vite corroborate da un “io” contaminato, fragile, frammentato, artefatto, un “io” figlio delle pressioni famigliari e sociali, un “io” vittima dei bisogni impliciti, uno “io” destabilizzato dagli scossoni della vita, un “io” incapace di sviluppare il proprio talento, di seguire il mandato, di restare centrato in se stesso.

“A seconda dei colpi che la vita ci ha inferto, nei nostri quattro centri abbiamo età diverse: una persona può essere mentalmente un adulto di quarant’anni, emozionalmente avere otto anni, sessualmente quindici e fisicamente sessanta.”
(Alejandro Jodorowsky in “La Via dei Tarocchi”)

In assenza di centratura la vita è disconnessa dalla fonte, si diventa impotenti, lamentosi e il manifestarsi di sentimenti quali ansia, malinconia, angoscia, paura, è soltanto una delle conseguenze fra le tante. Non dimentichiamoci che l’esterno è una riproduzione dell’interno, se i centri non sono allineati allora l’asse esterno sarà disallineato, pertanto nessuna connessione fra la nostra coscienza e l’esterno, in un mondo prodotto dall’inconscio e dove tutto, semplicemente, accade, senza alcuna volontà e/o potere su di esso.

Ecco, dunque, perché è fondamentale centrarsi. Senza centratura non può esserci crescita, evoluzione, sviluppo, in modo da permettere ai centri rimasti indietro di allinearsi con gli altri per acquisire quella stabilità e quell’equilibrio che tutti ricerchiamo.
Lo strumento principale per iniziare un processo di centratura è l’auto-osservazione. Bisogna iniziare a lavorare dal nostro interno. I vecchi saggi alchimisti direbbero “ambula ab intra”: muoviti dall’interno, non cercare stimoli all’esterno, ma esplora internamente, accendi una lanterna, muoviti lentamente, scopri i vecchi condizionamenti inconsci che non ti permettono una corretta centratura.

Bisogna scoprire quale dei nostri centri predomina sugli altri e se magari sono le nostre funzioni emotive a predominare. Quindi succede che in una situazione dove è richiesto un approccio mentale, invece si agisce a livello emotivo, ma il centro emotivo deve comandare le emozioni, non la mente. Oppure lo stesso centro emotivo, che dovrebbe essere adoperato in un certo momento, viene soppiantato da quello sessuale, quindi non si vive l’emozione ma si reagisce attraverso l’istinto dell’apparato riproduttivo. Non essere centrati, essere disallineati, equivale a vivere in uno stato di disarmonia, guidati da meccanismi inconsci e automatici, senza comprenderne fino in fondo il senso e il significato delle proprie azioni. E delle conseguenze.

Osservatevi, osservate il vostro corpo adesso, sì proprio mentre state leggendo: è rilassato? È contratto? Perché vi trovate in quella posizione? Chi l’ha deciso? E il vostro respiro è regolare? Quali emozioni vi stanno dominando in questo momento? E prima di questo articolo, la vostra mente era presente a se stessa come lo è in questo momento?
Porsi domande di questo tipo è un ottimo modo per iniziare un lavoro di auto-osservazione e per predisporsi all’ascolto di sé, senza emettere alcun giudizio o sentenza verso se stessi, ma un’osservazione attenta produrrà un momento tutto vostro, dove fermarsi equivarrà a interrompere l’esecuzione di automatismi, in modo da rompere gli schemi fissi e iniziare a imporre la propria volontà al proprio apparato psicofisico. Questo farà la differenza, la differenza di chi fa e non lascia che tutto accada, di chi pensa e non è più pensato, di chi sceglie senza più essere scelto.

“Tutto parte dalla costruzione di un nucleo forte, quello che Battiato, e Gurdjieff prima di lui, chiamavano centro di gravità permanente, quel nocciolo forte come l’acciaio e duttile come l’acqua che sa restare immobile anche in mezzo alla tempesta. Questa centratura, di cui ogni uomo saggio prima o poi si bagna le labbra, non è esaltazione dell’ego ma nutrimento dell’essere. È sapere attingere alla fonte per poter irradiare attorno.
Prima di dedicarti alla superficie, perciò, coltiva l’essenza. Non permettere a nessuno di consumarti e non dimenticare mai, neppure per un istante, di prenderti cura di te stesso.”
(Dal mio libroSchiavi del Tempo“)

Essere centrati è l’unico modo per aiutare anche gli altri a concepire la propria centratura. Libertà e liberazione. Ecco perché vale la pena lottare per la propria centratura. Certo non sarà facile, lavorare su stessi è sempre terribilmente faticoso. Ma ne vale la pena. È la sola via d’uscita, osservazione, consapevolezza e cambiamento. Soltanto compiendo degli sforzi in questa direzione possiamo mettere ogni cosa al suo posto.
Nell’universo tutto è concepito come rotante attorno ad un centro: i pianeti ruotano attorno al sole, gli elettroni ruotano attorno al nucleo e l’uomo centrato gravita attorno al proprio cuore. Equilibrio e stabilità. Il resto è soltanto ordinaria follia.

Tragicomico

 

Login utente