Il Lato Oscuro

33. Il Lato Oscuro


Bene e male, positivo e negativo, luce e ombra fanno parte del mondo duale. Se vogliamo veramente evolvere non dobbiamo scegliere un estremo invece dell’altro, solo perché pensiamo di essere migliori così facendo. "Virtus in medio", dicevano i Latini, ed è proprio così. Questo principio è ben evidenziato dal simbolo del tao.

Non dobbiamo nascondere (soprattutto a noi stessi!) un tratto del nostro carattere, del nostro modo di essere, che ci appare negativo, ma riconoscere che fa parte di noi, poiché solo riconoscendolo come parte integrante del nostro essere, potremo eventualmente trasformarlo.


Spesso accade invece che, se qualcuno ci fa notare qualcosa di noi che a noi non piace, ci “offendiamo”. Nel momento in cui ci “offendiamo” dovremmo rivolgere la nostra attenzione non tanto a chi ci ha “offeso” ma a noi stessi, per cercare di capire “perché” ci siamo offesi. 

C’è un proverbio popolare che dice “la lingua batte dove il dente duole!” Quando ci offendiamo significa che l’altro ha messo il dito su una piaga che non vogliamo vedere, su un lato del nostro carattere che non vogliamo ammettere di avere. Questo è il nostro lato oscuro. Oscuro perché non è illuminato dalla luce della consapevolezza.  Ma, più rifiutiamo di riconoscerlo e più sotterranea e imprevedibile sarà la sua apparizione nei nostri discorsi, nei nostri pensieri, nelle nostre reazioni... perché avrà tutta la forza e il potere dell’inconscio e si manifesterà senza nessun preavviso con una forza esagerata. Quante volte ci sorprendiamo a dire cose che non avremmo mai voluto dire e ammettiamo tacitamente la nostra inconsapevolezza dicendo che ... “E’ stato più forte di me!”…

Quante emozioni negative che ci legano agli strati più bassi del nostro essere, potrebbero essere evitate, semplicemente riconoscendone l’origine!

 

L’immagine del raggio di sole che filtra attraverso le imposte rivelando una miriade di corpuscoli di cui normalmente non siamo consapevoli è molto adatta a farci comprendere l’azione della luce della consapevo-lezza sui nostri condizionamenti che ci fanno reagire meccanicamente rendendoci schiavi di noi stessi, o meglio di quel “noi stessi” con cui siamo identificati.

 

Il fatto è che, non conoscendoci, crediamo di essere come immaginiamo di essere e respingiamo tutto quello che si allontana dall’immagine di noi stessi con cui ci identifichiamo. Ma, solo riconoscendoci sinceramente, con tutti i nostri pregi e difetti, potremo gradualmente non cercare più di apparire a tutti i costi quello che non siamo ed avere finalmente la libertà di essere come realmente siamo.

m.m.

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Spunto di riflessione:

- Osservati: che cosa ti fa “offendere” maggiormente? Perché?

- Da che cosa deriva quella convinzione che ti fa vivere l’atteggiamento dell’altro come un’offesa?

- Entra in uno stato di consapevolezza, cioè assumi il punto di vista “spirituale” e, prendendo spunto dalla frase seguente osservati  e chiediti di nuovo chi o che cosa ha il potere di farti “offendere”. 

 

"Se la mente fosse una lampadina, 

la consapevolezza pura sarebbe l’elettricità

che l’accende".  (F. Kinslow)

33. Il Lato Oscuro - Aldilà

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