La comunicazione con noi stessi e il dialogo interiore Cos’è il dialogo interiore?

La comunicazione con noi stessi e il dialogo interiore

 

Cos’è il dialogo interiore?

Il dialogo interiore in psicologia è la comunicazione che instauriamo con il nostro Io, dunque con noi stessi. Secondo le teorie della comunicazione, ogni forma di comunicazione segue un modello definito nel quale un mittente invia un messaggio (o contenuto) ad un destinatario. La comunicazione è dunque uno scambio nel quale ogni attore ha un ruolo preciso: invio ed esposizione o ricezione e comprensione di un messaggio. Il modello in psicologia, però, non si limita a descrivere un’attività di scambio di informazioni: comunicare significa relazionarsi.

Il dialogo interno è quella forma di comunicazione nella quale il mittente e il destinatario coincidono fisicamente, ma differiscono psicologicamente.

 

Come dialogare con il nostro Io interiore

Dialogare con il nostro Io interiore è un’operazione di astrazione assai complicata nella quale è necessaria consapevolezza e capacità di ascolto.

Il dialogo interiore è una forma di comunicazione nella quale fingiamo che l’Io a cui ci rivolgiamo sia una persona a noi estranea, un interlocutore vero e proprio con il quale poter instaurare una comunicazione spontanea e aperta all’ascolto.

La difficoltà, dunque, è l’attività di proiezione di noi stessi in due persone differenti, dimenticare che domande e risposte provengano dal nostro interno e trattare il nostro corpo (con i suoi bisogni emotivi e psicologici) come se fosse un’entità separata.

 

Migliorare il dialogo interno per migliorare la comunicazione con gli altri

La comunicazione è prima di tutto una forma di relazione: è impossibile instaurare un legame con una persona senza prima dialogare; al contrario ogni comunicazione prevede necessariamente una relazione di scambio tra due persone.

Siamo animali sociali e, nonostante possa sembrare alquanto riduttivo, Aristotele aveva ragione. La nostra persona, il carattere e la personalità dipendono dalle relazioni sociali che costruiamo, confermando l’importanza del dialogo efficace.

Osserviamo, seguiamo e impariamo ogni giorno dall’esempio di chi ci circonda.

Di più, la qualità e la forma delle nostre relazioni sono la diretta conseguenza delle nostre conversazioni e la stessa comunicazione è il riflesso della qualità del rapporto con quella persona.

Hai mai pensato che per una buona comunicazione con gli altri è prima indispensabile ascoltare se stessi?

Comunicare con se stessi è il primo passo per conoscersi, per accettarsi ed essere consapevoli delle proprie caratteristiche, è anche il primo passo per una conversazione alla scoperta dell’altro, per poter instaurare la migliore relazione possibile.

Risulterebbe difficile, poco efficace insomma, relazionarsi con una persona senza prima avere alcuna certezza su se stessi; così facendo si ha la necessità di scoprire due persone nello stesso momento senza avere alle spalle la consapevolezza di sé, ingrediente principale per instaurare un rapporto nel quale presentarsi all’altro ponendosi apertamente e interamente alla sua conoscenza, consci della propria.

Migliorare la comunicazione è dunque una forma d’amore verso noi stessi e verso gli altri e il primo passo da compiere è proprio il dialogo con l’Io interiore.

 
 

 

Comunicare con il nostro Io interiore

 

Come ascoltare sé stessi

Comunicare con il nostro Io interiore significa relazionarsi con la propria persona, estraniarsi e considerarsi un possibile doppio interlocutore con cui parlare, udire così il rumore delle proprie emozioni e saperle accogliere nel modo migliore.

Da qui la necessità di conoscersi e porsi in ascolto del sé. Ognuno di noi infatti, lungo il percorso della vita, è alla costante scoperta di un sé in continua evoluzione. Bisogna prima di tutto sapersi ascoltare, conoscere e riconoscere quelle parti di noi che difficilmente manifestiamo con libertà all’altro, dar loro un nome per identificarle ed infine accettarle. Ascoltare e parlare con sé stessi aiuta quindi a prendere atto dei propri pregi e difetti, punti di forza e mancanze o debolezze per scegliere in libertà come farne buon “uso”. Ecco il presupposto per essere sé stessi fino in fondo e poter interagire con l’altro comunicando chi siamo veramente.

Ascoltarsi è imparare a riconoscersi, un atto di conoscenza più profonda delle emozioni che condizionano le nostre azioni e le nostre scelte quotidiane. Conoscere permette di governare, non sovrastare, ma controllare, la propria indole e le proprie passioni; significa non essere succubi, non dipenderne, ma trovare l’equilibrio per la loro espressione migliore. Le emozioni, poi, per loro natura così astratte e naturali, sono moralmente neutre, non rispondono al banale criterio di buono e cattivo, giusto o sbagliato. Vanno accolte e non represse. Questo processo di consapevolezza permette di agire, e di conseguenza relazionarsi con l’altro, nel modo migliore.

Ascoltarsi e conoscersi è il punto di partenza, la base per poter essere in grado di comprendere veramente la persona che abbiamo di fronte. Le esperienze che viviamo concorrono a modificare, colorare o sfumare quelle che l’altro ci racconta di sè: diventa fondamentale quindi conoscersi per saper scindere il “mio” dal “tuo”. Il rapporto tra “noi e noi stessi” e “noi con gli altri” gode poi di reciproco beneficio. Solo grazie ad una sana relazione con noi stessi possiamo instaurare legami solidi e soltanto se siamo circondati da relazioni mature e di crescita possiamo sentirci a nostro agio con noi stessi. Le due facce della comunicazione sono perciò strettamente dipendenti l’una dall’altra. Si rinforzano e crescono vicendevolmente. Solo così ci sentiamo liberi di esprimere tutti i lati del nostro carattere, anche i più nascosti: ciò che teniamo riservato e mostriamo con meno naturalezza.

La naturalezza è un altro ingrediente fondamentale per il cocktail della sana comunicazione. Naturalezza intesa come verità, come sincerità e autenticità. L’indole bambina tanto cara a Freud, quella parte più rudimentale, così in balia delle emozioni ma così tanto vera e naturale, quasi ingenua. E nonostante il tempo passi, il nostro corpo adulto proteggerà sempre la sua parte bambina, anzi continuerà ad esserne condizionato, magari anche inconsapevolmente. Lungo il corso della vita, tra infanzia e sviluppo verso la maturità, le nostre paure e convinzioni, timori e certezze, descriveranno implicitamente la nostra persona: la sana comunicazione riesce dunque ad interagire con questa sfera tanto nascosta quanto importante, ristabilendo l’equilibrio necessario all’accettazione e comprensione del sé.

 

Quando dialogare con il nostro Io interiore

La parte pratica della comunicazione con noi stessi è del tutto personale, si tratta di trovare un angolo, un momento nella giornata dove, con tempo e calma, concedersi all’ascolto. Sedersi su una sedia e immaginare di porre di fronte una seconda sedia con il nostro Io interlocutore, può spesso aiutare a visualizzarlo, a rappresentarlo.

Uno specchio, parlare ad alta voce, un peluche o una bambola, l’importante è visualizzare e ascoltare ciò che noi ci stiamo, o vorremmo dirci. A questo punto si tratta di aprirsi completamente al dialogo: dobbiamo parlare con sincerità al bimbo interiore creando una comunicazione efficace e intensa, sana appunto. La sincerità sarà forse messa alla prova dal giudizio, dall’autocritica e dal pensiero comunque di trovarsi sotto esame. Lo sforzo è lasciare che il flusso esca liberamente privo di limitazioni e ostacoli. Sentirsi liberi, imporsi di esserlo, è il primo esercizio concreto da svolgere. Comunicare col nostro “alter ego” che abbiamo dinanzi, ci aiuta a conoscere, capire e accettare ciò che, consapevolmente o meno, neghiamo ai nostri occhi ma che ci può condizionare o bloccare nel nostro vivere.

In questo modo le paure i timori o le convinzioni errate costruite inconsapevolmente e che docilmente, ma tanto rigidamente, ci condizionano il quotidiano, vengono apertamente riconosciute, capite e superate, definendo la differenza tra la consapevolezza di noi stessi e la sorella cattiva: la noncuranza.

Tu non sei quello che la tua mente ti dice, sei piuttosto il risultato di come dialoghi con lei e con le tue paure.

Come migliorare la comunicazione con l’altro è … il prossimo passo: non perderlo!

 Anna Rossoni....

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