La Luce della Consapevolezza
La Luce della Consapevolezza
Un prezioso punto di energia cosciente, luminosa … ecco chi sei. Immagina un piccolo punto localizzato là dove sgorgano i pensieri. Quel punto pensa, ricorda e decide. Quel punto sei tu
Il punto da cui nascono tutte le emozioni… un essere spirituale che interagisce con il corpo…la sorgente eterna della vita e delle esperienze, la sede dell’autostima e dell’auto-rispetto. Ecco chi sei.
Consapevolezza di Sé: come ci vediamo?
Siamo soliti vedere noi stessi come un essere fisico con caratteristiche proprie peculiari (sono un uomo, sono una donna, sono alto, basso, ho i capelli biondi, ecc…) e non come un essere spirituale con qualità innate ed eterne. La comprensione e la consapevolezza di sé vengono coltivate allo scopo di conoscere la vera natura e la vera identità di ciascuno di noi.
Nella meditazione si fa l’esperienza dell’io come energia cosciente che prende la forma di un punto di luce. Questa energia spirituale, l’anima, viene percepita come distinta dal corpo fisico e materiale. E in questo modo si sviluppa una consapevolezza cosciente dell’anima che permette la piena comprensione di sé e che consente di risvegliare la consapevolezza dei propri valori innati. Consente anche di sviluppare un’interazione molto sottile ed interdipendente tra materia e spirito. Nel senso che imparo a riconoscermi per ciò che sono e capisco come dare priorità e mettere ordine nelle varie concezioni e visioni attorno a me.
Inoltre, molto spesso, durante la giornata la nostra mente “produce” un’infinita quantità di pensieri quasi senza pausa e automaticamente, come fosse una macchinetta che fa il pop-corn! Consapevolezza di sé, al contrario, significa vedere, osservare e rendersi conto dei pensieri e dei sentimenti che creiamo. Significa sviluppare la capacità di scegliere quali pensieri creare e quali scartare. Significa rispettare la mia mente, la mia persona nel senso che non mangerei cibi che non mi piacciono, non frequenterei persone che mi disturbano solamente, allo stesso modo imparo a non creare considerazioni e prendere parte a stati d’animo che fiaccano la mia energia vitale.
E la consapevolezza di sé aumenta quando l’attività mentale si calma interiormente. Chi medita impara ad acquietare e a controllare la mente, permettendo così alla coscienza di essere udita chiaramente e di rafforzarsi sempre di più.
Io non sono nè un corpo, nè una mente, io sono consapevolezza. Cosi diventi parte del Divino, non c’è nascita, non c’è morte per te.
Buddha
Consapevolezza di Sé: contro l’auto-distruzione
E’ nel ricordo di chi noi siamo che comincia la vera consapevolezza di sé. In pratica è la qualità del nostro pensiero che determina la qualità e la contentezza della nostra vita perché ciò che io ho dentro, prima o poi, prima o poi, esprimerò. E quindi dovrei allenarmi a migliorare, a trasformare la mia concezione interiore illuminandola per non soccombere io stesso a creazioni che potrebbero auto-lesionarmi.
Infatti il primo sabotatore dei mie propositi, positivi, sono io. O meglio è la mia concezione anteriore (vecchia) alla quale sono inconsciamente aggrappato, che fa in modo di dirottare tutto quanto là dove essa ancora sta. Non c’è forza cosciente che possa opporsi alle correnti sottomarine del mio inconscio perché sono credenze, concezioni e dipendenze maturate nel corso di secoli attraverso retaggi socio-culturali praticamente impossibili da battere.
A meno che l’allenamento sullo sviluppo della consapevolezza di sé non viene portato avanti regolarmente, integrandolo al mio stile di vita, così come prendo parte ai pasti tutti i giorni dovrei dedicare tempo, un ritaglio di tempo inizialmente durante la giornata per raccogliermi e riflettere; o se non desidero riflettere posso stare nella semplice compagnia di me stesso, pormi delle domande ed avere risposte in silenzio, posso scrivere… qualsiasi gesto va bene per sviluppare la consapevolezza di sé: posso passeggiare, posso telefonare ad una persona cara o ad un mio mentore per chiedere consiglio, l’importante è mantenere il pensiero che sto esercitando la mia consapevolezza.
Non lo faccio per lavoro o per svago, lo faccio per me. Per stare meglio e crescere. Infinite discipline e tante tecniche ci vengono proposte, ma è solo nel “silenzio interiore” che troviamo l’essenza e la guarigione. Con la meditazione ascoltiamo le vibrazioni della nostra parte originale, ancora più profonda delle credenze sabotanti. Il contatto con me stesso mi da la possibilità di ritrovarmi e rappacificarmi. Mi nutre profondamente, e mi ritorna fiducia e grinta per provare una nuova strada o per rialzarmi. La mente è un fantastico strumento, cerchiamo di esserne padroni anziché schiavi. Proviamo a smettere di affrontare qualsiasi nuovo problema con le vecchie abitudini.
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