Karma, reincarnazione e vite precedenti ......4.....2.....20

Karma, reincarnazione e vite precedenti

karma e reincarnazioneReincarnazione e vite precedenti

Mi sono sempre fatto molte domande sull’anima, su karma e reincarnazione, poi la fisica ha scoperto che in realtà il tempo non esiste e allora le cose si sono un po’ complicate!

 

In questo articolo voglio parlarti di uno dei temi più dibattuti in ambito spirituale: il karma e la reincarnazione. Una domanda su tutte: ma le vite precedenti esistono?

“Per l’anima non c’è mai nascita, né morte.
Esiste e non cessa mai di esistere.
È non nata, eterna, esiste sempre, non muore ed è originale.
Non muore quando il corpo muore.”
(Bhagavad-gita)

Karma

 

La legge del Karma è anche conosciuta come legge di causalità o legge di causa-effetto. Il termine Karma (dal sanscrito) significa “azione compiuta”, indicando il gesto creato e ciò che di per sé ne consegue.

Poco però ha a che vedere con una legge deterministica, piuttosto il contrario. E’ una legge che ci fa comprendere la responsabilità delle nostre azioni, in una realtà che è specchio della coscienza. La traduzione del termine nel buddismo forse è più esplicativa, visto che “Karma” significa “azione volitiva”, che sottolinea appunto l’atto di volontà rispetto alla predeterminazione del destino.

Nella visione orientale siamo anime che, di vita in vita, si incarnano in un essere vivente che accumula esperienze, sviluppa abilità e qualità, ma crea anche situazioni critiche, debiti, legami da sciogliere.
Il karma è quindi visto come l’insieme di tutto questo: della qualità, dei talenti, delle difficoltà ma anche delle situazioni irrisolte e dei blocchi ereditati dalla nostra anima con i quali veniamo al mondo.

Si distingue anche tra karma positivo e karma negativo, il primo evidentemente deriva dalle azioni positive che abbiamo fatto, quello negativo è causato dalle azioni negative e rappresenta tutti i debiti karmici che ancora dobbiamo sciogliere.
Una volta che diventiamo consapevoli del karma, possiamo trasformare il karma negativo e soprattutto possiamo crearne di positivo.

La legge del Karma è riportata anche nelle 7 leggi universali di Ermete Trismegisto, è chiamata anche legge di causa ed effetto, per la quale ogni causa ha un effetto e ogni effetto ha una causa. Ma, a differenza di quello che spesso ci si immagina, questa del karma è una legge neutra. Non c’è nessuno che punisce nessuno, semplicemente ogni azione genera una conseguenza, quindi un karma positivo o negativo in base all’intento che abbiamo messo nell’azione.

Aspetto ancor più importante riguarda l’intenzione che sottende l’azione. Ovvero è più importante l’intento che sta dietro all’azione, piuttosto che l’azione stessa.

Quando comprendiamo la legge del karma, capiamo che siamo noi i responsabili della nostra vita. Il riflesso delle nostre intenzioni e delle nostre azioni si manifesterà negli eventi di questa vita e delle prossime.

Un vecchio proverbio recita: “Chi semina vento, raccoglie tempesta!”.

Ciò che semini raccoglierai.

Reincarnazione

Nella tradizione induista, il ciclo di vite (Samsara – dal sanscrito) nel quale l’anima si incarna di corpo in corpo, durerà fino a che essa non si libererà del debito karmico, giungendo all’illuminazione e all’unione con lo spirito.

“Come un uomo getta gli abiti logori per indossarne di nuovi, così l’anima incarnata abbandona i vecchi corpi e ne riveste di nuovi.”
(Bbagavad Gita II)

Per cui, secondo le antiche tradizioni spirituali, ogni anima si incarna in vite diverse, di corpo in corpo (non necessariamente umano) fino a trascendere l’esistenza ed elevarsi su un piano di coscienza superiore.

La reincarnazione era nota anche in altre culture come quelle degli Hindu e del Buddismo, anche gli antichi Egizi e i Greci la accettavano. Gli Indiani d’America, gli aborigeni australiani e molte tribù africane includono la reincarnazione nei loro credo.
Il concetto di reincarnazione era accettato anche dagli Ebrei e ancor prima dagli Esseni, infatti era largamente diffusa ai tempi di Gesù e considerata una componente importante anche del primo Cristianesimo. La reincarnazione è sostenuta anche dai grandi filosofi, prima con Pitagora, poi anche da Aristotele e Platone. (fonte Wikipedia)

Nel momento in cui accettiamo la reincarnazione, dobbiamo rivedere necessariamente anche la visione della morte, non più temuto istante dove tutto cessa, ma momento di passaggio ad altra dimensione, in altra forma.

Quando iniziai a meditare sul concetto di reincarnazione, la prima domanda che mi venne in mente fu: chissà chi sono stato nelle vite precedenti?
Chi non si è mai posto questa domanda!
Poi ne sono seguite altre, tipo: come posso ricordarmele? E mi servirà a qualcosa?

L’illusione del tempo

Le vere domande sul concetto di reincarnazione però vennero fuori quando, iniziando ad approfondire un po’ di fisica quantistica, compresi che in realtà il tempo non esiste!

Ma in che senso? Se la nostra vita è basata sul tempo, come fa a non esistere?

Noi percepiamo lo scorrere del tempo, ma la sequenza di passato-presente-futuro in realtà non esiste realmente, ovvero il passato e il futuro coesistono contemporaneamente al presente.

Molti personaggi, dai filosofi agli scienziati sono convinti che il tempo non esista. Anche Einstein, nelle sue ultime lettere scriveva: “la separazione tra passato, presente e futuro ha solo il significato di un’illusione, se pur tenace”.
Sottintende che, anche se noi in questo piano percepiamo il tempo e ne siamo indissolubilmente legati, su altri piani (quelli della realtà essenziale) il passato, il presente e il futuro coincidono.

Quindi, dal punto di vista della fisica, il tempo sembra essere un’illusione percepita dalla mente. Ma – ora che ci penso – anche dal punto di vista esoterico, che esiste solo il momento presente è un messaggio trasmesso da sempre da tutti i maestri spirituali, quel famoso e sfuggevole “qui e ora”.

Tuttavia, attraverso la nostra mente razionale (e in questo piano dove concepiamo il tempo come qualcosa di lineare), il susseguirsi delle vite nel ciclo della reincarnazione sembra essere sequenziale, cioè una vita dopo l’altra.

Ma sarà proprio così? Come stanno le cose? Esistono le vite precedenti?

Vite precedenti e vite sincroniche

Per approfondire meglio l’argomento, volevo fare alcune considerazioni sulla sincronicità.

La sincronicità è la teoria ideata da Jung e Pauli nel anni ’50 ed è definita come “un principio di nessi acausali” che consiste in un legame tra due eventi che avvengono in contemporanea, connessi tra loro ma non in maniera causale, cioè non in modo tale che l’uno influisca materialmente sull’altro; essi apparterrebbero piuttosto a un medesimo contesto o contenuto significativo. (fonte Wikipedia)

La sincronicità quindi è un insieme di eventi, apparentemente sconnessi fra di loro, che accadono insieme, e che sembrano in superficie soltanto delle coincidenze significative. Ma il caso non esiste e questo Jung lo aveva capito e le sue ricerche nel tentativo di spiegare gli eventi sincronici, lo portarono ad indagare la natura umana in molti suoi aspetti.

Quel che viene dopo la morte è qualcosa di uno splendore talmente indicibile, che la nostra immaginazione e la nostra sensibilità non potrebbero concepire nemmeno approssimativamente…Prima o poi, i morti diventeranno un tutt’uno con noi; ma , nella realtà attuale, sappiamo poco o nulla di quel modo d’essere. Cosa sapremo di questa terra, dopo la morte? La dissoluzione della nostra forma temporanea nell’eternità non comporta una perdita di significato: piuttosto, ci sentiremo tutti membri di un unico corpo.” (C.G.Jung)

Jung a proposito della reincarnazione sosteneva che era originata dai ricordi dell’inconscio collettivo e lui stesso sin da giovane raccontava ai compagni di scuola di essere la reincarnazione di J.W. Goethe (uno dei suoi precursori).

Ecco alcune frasi estrapolate dagli scritti di Jung sulla reincarnazione:
“Non pochi sono coloro che si dimenticano di quel che erano…”
“Ma per amor di verità devo dirti che non appartengo né a questo tempo né a questo luogo. Da molti anni un incantesimo mi ha confinato in questo luogo e in questo tempo. In realtà non sono colui che vedi davanti a te.” (C.G.Jung – Libro Rosso)

Tornando ai giorni nostri, vorrei citare il Prof. Angelo Bona – uno dei maggiori esperti italiani di ipnosi – secondo il quale la reincarnazione altro non è che la generazione karmica, da noi stessi determinata, di una nuova vita “terrestre” vissuta in altra forma – e in rinnovato libero arbitrio – quando l’esistenza attuale spazio-temporale termina ed esiste ancora un “debito karmico” da estinguere nello spazio-tempo.

Tuttavia, se l’anima fa un salto quantico in uno stato superiore smetterà di reincarnarsi nello spazio-tempo che è considerato una dimensione di coscienza della dialettica gioia/dolore e vita/morte. In realtà la vita/morte è una dialettica virtuale perché la morte in realtà esiste solo nel contesto spazio-temporale esteriore.

Il Prof. Bona sostiene che nulla è precedente e tutto è sincronico. Non c’è una vita passata ne una vita futura, tutto è correlato al presente. Non si nega la reincarnazione, ma si afferma che le vite precedenti sono in realtà esistenze non passate, ma sincroniche al presente.

Esiste un Unico Organismo vivente in cui tu ed io stiamo vivendo all’unisono in un eterno presente.

Viviamo quindi in questo mondo spazio-temporale nel quale sperimentiamo ed elaboriamo il nostro karma generato da noi stessi. La Terra è un palcoscenico spazio-temporale, ma si ritiene che possano esserci infiniti mondi  spazio-temporali sui quali reincarnarci ed evolvere.

Così ogni istante diviene “unico” e meravigliosamente capace di guarire nell’amore tutte le nostre vite sincroniche.

Le nostre vite, che pensiamo esperire una dopo l’altra, in realtà sono riconducibili al Sé contemporaneamente; come dice Carlo Dorofatti: “ci sembra di essere solo un tentacolo della piovra, invece che la piovra stessa”.
In realtà non ci si ricorda delle vite precedenti, ma si acquisisce la consapevolezza che tutte le nostre vite sono contemporanee, anche se in questo piano nel quale viviamo, la mente le percepisce come separate e consecutive.

Quindi, come possiamo parlare veramente di vite “precedenti” o vite “successive”? Oltretutto, non sarà che con la scusa della reincarnazione, non ci prendiamo la responsabilità di questa vita?

In questo bellissimo e infinito gioco, sembra che Dio si diverta a giocare a nascondino con se stesso, per ritrovarsi e poi riperdersi di nuovo. Come se lo coscienza si nascondesse a se stessa per riscoprirsi e rendersi consapevole di Sé.

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