LA VITA OLTRE LA VITA....Omraam Mikhael Aivanhov..... UN aiuto per chi si trava in questo passaggio....

 

 

 

 

PERCHE’ E’ MEGLIO NON EVOCARE I MORTI di O.M. Aivanho

L'ALTRA SPONDA.......CI SONO VICINI UN PICCOLO SALTINO ED  ECCOLI QUI' CON NOI.....IL PONTE  DI  LOTI.....

Non sono sempre le medesime anime che vengono a incarnarsi sulla terra. Spesso può succedere che ritornino dopo millenni, ma non è obbligatorio. Questo perché la terra non è l’unico luogo dove le creature possono fare degli stages ed evolvere. Dovunque nell’universo ci sono «terre» dove le creature si istruiscono. Quindi, nella stessa maniera come degli esseri vengono sulla terra da altri pianeti per compiere determinate missioni e se ne vanno dopo aver svolto il loro compito, altri esseri abbandonano la nostra terra per andare su altri pianeti. Sono i Ventiquattro Vegliardi che presiedono a questa circolazione delle creature.

Ma nel momento in cui l’uomo muore, le porte della terra si chiudono dietro di lui; egli si trova impegnato in un’altra corrente e non ha il diritto di ritornare indietro. Ecco perché non è bene evocare i morti: perché si impedisce loro di evolvere. Bisogna pregare per loro, bisogna inviare loro luce affinché evolvano, affinché si liberino, ma non bisogna aggrapparsi a loro per trattenerli, e soprattutto non bisogna cercare di ricondurli verso la terra.

Negli antichi testi si trovano numerosi racconti di evocazioni dei morti. Si sgozzavano degli animali e col loro sangue si attiravano le loro anime. C’è nell’Odissea un episodio nel quale Ulisse fa ritornare dagli Inferi l’ombra dell’indovino Tiresia per fargli predire il suo avvenire. E nell’Antico Testamento si legge il racconto della visita che re Saul fece alla maga d’En-Dor, affinché facesse apparire per lui l’ombra del grande re Samuele: egli voleva sentire da lui quale sarebbe stato il risultato della guerra che stava conducendo contro i Filistei. Questo genere di evocazione si chiama «necromanzia », poiché si tratta della predizione dell’avvenire (manzia) per mezzo dei morti (necro). Certamente ricorderete ciò che Samuele disse a Saul nel momento in cui apparve: «Perché mi hai disturbato chiamandomi?» Infatti, i morti che hanno vissuto sulla terra da grandi spiriti, non amano essere disturbati per soddisfare la curiosità dei vivi: essi si sentono talmente lontani dalle preoccupazioni terrene, così meschine e limitate! Certo, non li hanno dimenticati, accettano di aiutarli, ma in una forma diversa.*

Naturalmente la maggioranza degli esseri umani, quando abbandonano la terra, non vengono immediatamente liberati dagli attaccamenti terrestri: rimangono legati ai loro parenti, ai loro amici (oppure anche ai loro nemici !), a luoghi, a possedimenti e, se non sono hanno sufficientemente evoluti, se non hanno ancora nel loro cuore e nella loro anima il desiderio di scoprire altre dimensioni e andare verso Dio, girano attorno a quegli esseri, a quelle case e a quegli oggetti. Sono delle anime erranti che soffrono e che non possono ancora svincolarsi, a meno che degli spiriti luminosi non vengano ad aiutarli. Invece, coloro che già sulla terra sono vissuti nell’amore, nella luce e nelle virtù, abbandonano molto rapidamente il loro corpo e prendono il volo verso mondi sublimi, dove navigano nella felicità e nella gioia. Da là possono inviare correnti benefiche a tutti coloro che hanno lasciato in basso per aiutarli e proteggerli, ma non ritornano mai verso di loro, mai scendono come molti immaginano. Dal momento che sono morti, sono molto lontani dalla terra e non ritornano.

Direte: «Ma allora come avviene che gli spiritisti credono di entrare in comunicazione con certi personaggi illustri del passato?» No, in realtà non è con loro che comunicano, ma ecco che cosa si verifica. Quando l’essere umano si svincola per partire per l’altra sponda, egli lascia certi suoi abiti. Certo, non intendo dei vestiti fisici, ma eterici ed astrali, che fluttuano nell’atmosfera. Questi sono impregnati di tutto ciò che quell’essere ha vissuto. Sono come dei gusci, degli involucri vuoti, abbandonati dai loro occupanti e che possono essere animati e vivificati dai fluidi delle persone riunite nelle sedute spiritiche per evocare i morti. E dato che in generale quelle persone non sono molto evolute, naturalmente non possono sprigionare che dei fluidi molto poveri, impregnati di passioni, di sensualità e di brame. Tali fluidi attirano dai piani astrale ed eterico ogni genere di esistenze fluttuanti e che non sono ancora state assorbite dal centro della terra.

 

Lo spazio psichico che circonda la terra viene sbarazzato, in via naturale, da tutto ciò che vi è disseminato e che viene poi inviato al centro della terra; tuttavia certe entità, certe creature inferiori che si chiamano larve o elementali sono ancora presenti, e sono proprio loro che appaiono spesso nelle sedute spiritiche per ingannare e confondere gli uomini. E non solo esse li ingannano e li confondono, ma li esauriscono, perché, per rimanere in vita un po’ più a lungo, assorbono la vitalità degli esseri umani. Perfino lo spirito più basso può entrare in un medium e parlare a nome di chi volete: Mosè, Gesù, Giovanna d’Arco... Tuttavia ciò non dimostra affatto la sua superiorità. In ogni caso, non è certo un gruppo di persone frivole, curiose e sensuali come se ne trovano spesso nelle sedute spiritiche che potrà attirare degli spiriti evoluti. Tutto ciò che potranno attirare quelle persone è la ciurmaglia che popola l’astrale inferiore, delle larve, dei rimasugli, delle ombre... Se invece si tratta di esseri puri, luminosi, disinteressati, che si riuniscono per pregare ed inviare della luce, possono manifestarsi fra loro delle entità veramente luminose, ma in maniera del tutto diversa dal modo in cui si manifestano gli spiriti negli ambienti dove si pratica lo spiritismo.

 

Nel mondo psichico esistono anche degli esseri creati dagli uomini. Certi personaggi della letteratura, o perfino dei santi che non sono mai veramente esistiti, sono divenuti talmente celebri e hanno impegnato con tanta intensità il pensiero degli uomini che hanno finito per acquistare una realtà, non fisica naturalmente, ma fluidica. Del resto gli egregori hanno la stessa origine.

Un egregore è un’entità collettiva creata dal pensiero di tutti gli individui appartenenti a un raggruppamento, a un popolo, oppure a una religione; per esempio... i loro pensieri, i loro desideri che vanno tutti nella medesima direzione formano un egregore impregnato, nutrito, modellato da quella collettività. Anche noi, come Fratellanza Bianca Universale, abbiamo un egregore. Tutte le religioni, tutti i movimenti spiritualisti hanno la loro. Lo stesso accade per i movimenti politici. A volte, in alto, quegli egregori combattono fra di loro a chi sarà il più forte... Ogni egregore aiuta la comunità che lo ha formato: esso è uno straordinario serbatoio di energie. Inoltre possiede una forma simbolica, spesso quella di un animale: orso, tigre, gallo, aquila, colomba, ecc.

Ma l’essenziale consiste nel comprendere come si può formare un egregore potente che lavori nel mondo, che aiuti e illumini le creature. Solamente, attenzione: si può anche essere puniti e fulminati da un egregore se si ha tradito l’ideale che rappresenta. Sì, gli egregori si vendicano contro i membri che li hanno traditi.

Il piano astrale è abitato da creature di tutte le specie, di cui gli esseri umani non hanno neppure la minima idea. Ma che le conoscano o meno, essi attirano quelle alle quali sono legati per la legge di affinità. Ecco come nelle sedute spiritiche i partecipantiattirano delle presenze dall’oceano astrale: raramente si tratta degli spiriti dei morti che attendono. Direte: «Sì, è vero; ma come sono riuscite quelle creature a conoscere sufficientemente tante cose riguardanti quel morto per farsi passare per tale?» Non è difficile; tutto è iscritto nelle Cronache dell’Akasha, cioè negli archivi eterici dell’universo, e le entità vi possono attingere delle informazioni molto rapidamente. Spesso tuttavia non vedono molto bene e danno informazioni errate.

Tutto dipende dalla persona che si rivolge al mondo invisibile. Se questa è molto pura, molto luminosa, riceve una risposta esatta, non perché gli spiriti sono discesi, ma perché quella persona è salita fino a loro per ricevere dei messaggi. Certo, ci sono dei casi - ve l’ho già detto - in cui certi spiriti non sono obbligati ad abbandonare il mondo in cui vivono per venire sulla terra, chiamati da maghi molto potenti che, servendosi di formule magiche che sanno pronunciare, li obbligano a scendere. Ma questa non è una cosa normale, non è naturale; sta all’uomo elevarsi col pensiero per incontrarli nei mondi in cui si trovano: i morti non devono ridiscendere sulla terra.

Esistono due tipi di magia: una, mediante la quale ci si rivolge agli esseri superiori dai quali si vogliono ottenere delle benedizioni, che si chiama invocazione, e l’altra, mediante la quale si vuoi fare ritornare le anime dei morti affinché si manifestino, che si chiama evocazione. Ma in generale - ve l’ho già detto - non si riesce a ottenere la presenza reale di quegli spiriti che si sono voluti evocare o invocare: sono altre creature che prendono la loro forma, oppure la loro voce, perché hanno tutto l’interesse di ingannare gli uomini.

Bisogna quindi essere molto prudenti. Io non ho mai raccomandato di partecipare a sedute spiritiche, mai, anzi, il contrario. Quando ero giovane ho assistito a qualche seduta, ma ben presto mi sono accorto che le persone presenti erano impastoiate nella sensualità, nelle loro brame, nelle loro ambizioni. Col pretesto di comunicare con i loro parenti o i loro amici, attirano delle creature astrali da cui non riusciranno mai più a sbarazzarsi, perché queste cercheranno di soddisfare i propri desideri inferiori tramite loro. Ecco perché molti spiritisti sono finiti molto male.

Quindi, lasciate che i morti partano tranquillamente verso quei luoghi dove devono andare. I vostri genitori, i vostri amici, non aggrappatevi a loro, non tratteneteli col vostro dolore e la vostra sofferenza, e soprattutto non cercate di chiamarli per comunicare con loro: li importunereste e impedireste loro di liberarsi. Pregate per loro, inviate loro il vostro amore, pensate che si liberino e si elevino sempre più nella luce. Se li amate veramente, sappiate che sarete un giorno con loro. Questa è la verità. Quante volte ve l’ho già detto: là dove è il vostro amore, là un giorno sarete anche voi.

 

Omraam Mikhael Aivanhov

Sèvres, 7 Marzo 1966

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