L'UOMO NUOVO SECONDO ...OSHO... 02 04 20
Questo è uno dei numerosi libri in cui sono raccolti i discorsi di Osho alle comunità di persone che intorno a lui si riunivano vedendo in questi un "maestro di realtà"; è indubbio che sia stato un personaggio molto discusso e che la sua stessa morte - per avvelenamento in circostanze sospette - indichi che il suo operato ha dato, nel corso degli anni, fastidio a molta gente che ne vedeva inficiato il proprio potere.
Lo scopo principale dell'operato di questo mistico non è quello di creare un movimento, una setta o altro di simile, ma aiutare ogni uomo a riscoprire il proprio essere; non ha da donarci nulla, nè da insegnarci, solo da aiutarci a scoprire quanto è già in noi, ad usare i mezzi che da sempre ci appartengono, per scoprire la nostra vera essenza.
In questo libro Osho ci mostra, prima di ogni altra cosa, come questo (in realtà sono discorsi della fine del XX secolo) sia il momento propizio perchè l'essere umano compia quel balzo in avanti nella sua evoluzione che lo faccia progredire a livello spirituale. Il livello di benessere (in occidente e sempre alla fine anni '90) è tale che l'uomo non deve più preoccuparsi di procurarsi cibo, un lavoro, un tetto, e proprio questo stato delle cose consente che egli senta la povertà della sua esistenza e avverta così il bisogno di progredire spiritualmente, di crescita interiore. E questo è possibile solo attraverso la meditazione.
Il primo concetto che Osho ci invita a far nostro è quello di lasciar andare il passato, buttarlo alle spalle. Questo comporta anche lo sciogliersi da tutte le catene che nel passato ci sono state messe, e ci siamo messi, addosso; pensiamo a tutti gli insegnamenti che i genitori, i nonni, la scuola, la religione ci hanno impartito e ci accorgiamo che siamo il frutto di tutte quelle voci, non siamo mai veramente soli; il primo passo da fare è quindi scioglierci da questi "legami" per poter essere semplicemente noi stessi. Al concetto di passato sono legati, ovviamente, anche quelli di presente e futuro. In realtà quel che Osho ci suggerisce è che così come dobbiamo liberarci del passato, proprio perchè trascorso, non dobbiamo concentrare la nostra attenzione neppure sul futuro, perchè ancora non è. Quindi l'unico stato cui dobbiamo prestare attenzione è il presente, il momento che stiamo vivendo, e viverlo in totale pienezza.
Ci viene poi spiegata la differenze tra fede e credo da un lato e fiducia ed esperienza dall'altro. L'invito è quello di abbandonare ogni fede e credo che ci è stato insegnato, di dimenticare ogni "sentito dire", e provare in prima persona ogni esperienza. La fede ha le sue radici nel non conosciuto, la fiducia le ha nel nostro cuore, nel nostro "sentire". É per questo che dar fiducia a qualcuno equivale ad elevarlo ad un punto che se mai ti tradisse non si perdonerebbe per il resto della sua vita. Per lo stesso motivo dobbiamo coltivare, lasciar crescere la fiducia in noi stessi, amarci. Molti dei problemi dell'uomo dipendono da questo, dalla scarsa fiducia in se stessi, dal poco amore che abbiamo verso di noi. Anche i rapporti d'amore sono inficiati da questo scarso amore per se stessi. Siamo talmente convinti e sicuri di esser sbagliati che il semplice fatto che qualcuno ci ami ci risulta inconcepibile, dobbiamo dimostrare che costui/costei si sbaglia. Ma questo è dettato anche dalla paura di mettersi a nudo, di scoprirsi all'altro e di conseguenza ai propri occhi.
E la via è una sola: la meditazione. Il Buddha ci ha lasciato un insegnamento: Parla o agisci con mente pura e la felicità ti seguirà come ombra, inamovibile. Va ben chiarito che cosa si intende per "mente pura", concetto che va ben oltre la diffusa moralità. Qui si tratta di avere una mente sveglia, attenta, viva, consapevole. Questa è la mente pura per Osho. CONSAPEVOLEZZA.
Nella seconda parte del libro Osho ci illustra quelle che dovrebbero essere le qualità che l'uomo "nuovo" dovrebbe possedere per poter fare quel balzo quantico di cui ci parla all'inizio del libro.
Dovrà essere LIBERO, libero da ogni condizionamento, da ogni superstizione, da ogni comandamento e scrittura, libero di cambiare, libero di seguire la propria luce interiore, il proprio cuore.
Dovrà essere RESPONSABILE; Osho spezza la parola in due (respons-abilità = capacità di rispondere) e la lega al concetto di consapevolezza; l'uomo dovrebbe essere svincolato da doveri, sensi di colpa, pesi morali (specie nella sessualità); l'unica morale da seguire è comportarsi spontaneamente.
Dovrà essere CREATIVO, qualunque cosa egli faccia, che si tratti di scrittura, danza, canto, pittura, cucina, lavoro, il suo atteggiamento dovrà sempre essere creativo, pieno dell'innocenza di un bambino, far tutto con gioia, con passione, con amore.
Dovrà essere GIOCOSO, saper superare l'ego, ridere, prendersi meno sul serio.
Dovrà essere INTELLIGENTE; l'intelligenza è qualcosa di innato, di non costruito, che non ha nulla a che vedere con la cultura o con le informazioni che negli anni sono entrate nella nostra mente; è la capacità di sfruttare la propria mente, slegandola da ogni tipo di pregiudizio, è "non sapere".
Dovrà essere CONSAPEVOLE, capace di vivere nel presente, vigile, attento, consapevole della bellezza dell'esistenza, prestare attenzione anche ai comportamenti automatici di ogni giorno, riscoprirli, disimpararli e reimpararli con maggiore padronanza di quel che accade.
Se l'uomo riuscirà a compiere questo passo, ed ha tutti gli strumenti (ha se stesso) per farlo, nascerà un nuovo mondo, e ogni cosa dovrà esser vista in un modo nuovo.
Da questa visione Osho parte in una critica della società moderna in ogni suo aspetto.
L'amore va rivisto, rivissuto, riscoperto; dovrebbe essere un movimento continuo, acqua che scorre senza posa, un quotidiano scoprirsi, perchè noi stessi siamo diversi di giorno in giorno. L'amore non dovrebbe trovare la sua realizzazione in un legame, un'istituto che non hanno senso se c'è vero amore. Ma i condizionamenti dell'uomo moderno, il suo egoismo e le sue paure, hanno scatenato la necessità di una nuova "catena" che tenga due persone insieme e scacci la paura di restar soli; e per la paura dell'abbanono si scende a compromessi, con se stessi prima che con l'altro. E sempre la paura dell'abbandono scatena sentimenti quali gelosia e possessività, che nulla hanno a che vedere con l'amore; si arriva ad esser gelosi se il partner legge un giornale, se guarda una partita o in altre occasioni, perchè sono tempo e attenzione sottratti a noi. Ci si consuma nell'abitudine, non nell'amore.
Al di fuori della sfera degli affetti, ma anche all'interno di questa, bisognerebbe togliere importanza, dare un diverso significato ai soldi, al sesso, al potere, alla politica, al lavoro, alla moralità. Sono tutti viziati da preconcetti e tutti comunque frutti dell'ego, perchè attraverso questi mezzi possiamo sopraffare gli altri, comandarli, legarli, sottometterli. Ciò di cui dovremmo renderci conto è anche che non v'è differenza tra possessore e posseduto, perchè se possiedi qualcuno in realtà per altre vie è lui a possederti, ne diventi schiavo, questo è il frutto di compromessi, di un baratto dell'anima. Tutto dovrebbe invece essere vissuto con gioia, con amore, in maniera consapevole, meditativa.
La moralità è dettata dalla società che decide cosa sia giusto e cosa sbagliato. Cosa veramente è giusto e cosa sbagliato? Osho ci suggerisce una sola strada di giudizio e del tutto personale: qualunque cosa tu faccia, se sei consapevole non c'è peccato, non c'è errore, non c'è nulla di sbagliato.
É arrivato il momento di mettere in atto una rivoluzione e questa non può che essere la religione, una religione nuova che metta l'uomo al centro e che gli permetta di evolversi e di cambiare. L'uomo va rieducato, portato dall'oscurità alla luce, un processo completo che appaghi entrambi i suoi emisferi, ma anche la sua essenza.
Bisogna iniziare il percorso, il cambiamento del mondo inizia dal cambiamento dell'uomo, di sé; poi ognuno, raggiunta la meta, sarà contagioso e permetterà ad altri di evolversi. Tutto questo è realizzabile attraverso la meditazione. Risvegliati!
I discorsi di Osho non vogliono insegnare nè imporre alcun dogma, lo scopo delle sue parole è solo consentire ad ognuno di noi di conoscere il nostro potenziale e di svilupparlo. In passato solo pochi uomini, tra cui Buddha, Krishna, Gesù, hanno raggiunto la vetta e nessuno di loro, come neppure Osho, può indicarci la via, perchè è un percorso personale, che può essere vissuto solo per esperienza diretta; cammino che deve partire dalla fiducia in se stessi, e che porterà l'uomo a provare amore, rispetto e fiducia profondi nei confronti del mondo intero e dell'esistenza. E su due aspetti fondamentali, non slegati tra loro, pone l'accento: l'amore e la meditazione.
Non conosciamo il vero amore perchè dell'amore abbiamo paura, perchè l'amore ci mette a nudo, rischiamo di diventare vulnerabili, può renderci felici come distruggerci, annullarci nella figura dell'altro, magari poi ritrovarci soli. Osho ci invita ad amarci noi stessi per primi, perchè è l'unico modo per essere amati, perchè non accetteremo mai che qualcuno ci ami se pensiamo di non esserne degni, non potremo credergli.
In questo ci può aiutare la meditazione, capace di portarci al centro più profondo del nostro essere, di rimuovere ogni pensiero, condizionamento, pregiudizio, di riportarci in sintonia con l'esistenza. Quando saremo in sintonia con l'esistenza, saremo in sintonia con noi stessi e non avremo paura di star "soli", e solo chi può star solo con se stesso può star bene anche con qualcuno, solo questa persona sarà in grado di amare davvero.
La fiducia (fiducia frutto dell'esperienza e non fede del "detto da altri") in questa via che l'uomo può progredire, dissolversi nell'esistenza.
«Coloro che si lasciano sfuggire la meditazione mancano l'intera danza della vita.»
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