BELLISSIMA STORIA E RISOLUZIONE DI UNA RINASCITA..= LIETO FINE...

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Ho impiegato oltre 20 anni per dare un senso e un finale a questa piccola fiaba da me scritta in un momento di profondo smarrimento. Finalmente ci sono riuscita e ne sono contenta. L'inconscio, allora, me l'aveva dettata affinchè io iniziassi a cercare.

Le mie resistenze sono state la causa di questo rallentamento......ma Dio è paziente !

25.giugno.1988   Oggi mi è stato chiesto, nel corso di una seduta di psicosomatica di scrivere una piccola fiaba. Dunque ne racconterò una emblematica, ma della quale non conosco ancora né il titolo né il finale; spero verrà spontaneamente mentre scrivo.

"Nelle calde acque di un mare tropicale, vicino alla barriera corallina, vivevano due pesci: uno rosso e uno azzurro che, per uno strano incantesimo, erano legati l'uno all'altro da un resistente filo d'oro. Però erano tanto dissimili e non solo nel colore. Il pesce rosso desiderava vivere tra i banchi corallini dove la vita era intensa, i colori stupendi, le forme di vita marina di una varietà che supera ogni fantasia. Desiderava salire verso acque chiare e calde, illuminate dai riflessi dei raggi del sole che penetravano dalla superficie.

Il pesce azzurro invece desiderava la quiete, il silenzio delle profondità; avrebbe desiderato essere una grande e misteriosa manta che si muove maestosa con quelle sue ali così scure sul lato superiore e con la grande candida veste sul lato inferiore.

Con queste aspirazioni tanto diverse, i due pesci si sentivano prigionieri di quel filo d'oro. Ognuno dei due tentava, a volte, di trascinare l'altro verso il luogo desiderato ma la lotta era senza risultato.La loro vita quindi trascorreva così a metà strada tra i sogni e le frustrazioni.

Un giorno, finalmente d'accordo, decisero di rivolgersi alla divinità del mare e chiesero di venire liberati dal filo d'oro. La divinità interpellata aderì alla loro richiesta ma pose una condizione: < mai più avrebbero potuto tornare insieme>.

I due pesci, liberati dal filo d'oro, si sentirono immensamente felici. Finalmente la realizzazione dei loro sogni era lì a portata di mano, meglio "diciamo di pinne".

Il pesce azzurro si tuffò immediatamente per scendere nel regno silenzioso delle mante. Sentiva il cuore battere velocemente, ma più scendeva e più l'acqua si faceva fredda. La luce diminuiva e la pressione aumentava sul suo corpo non adatto a quella profondità. Sperava d'incontrare le sue amate mante e infatti ne vide due avvicinarsi lentamente verso di lui. Le guardava ammirato, ma loro passarono maestose e distanti senza averlo nemmeno notato, lasciando il pesciolino ancor più raggelato.

Il passaggio delle  mante aveva rischiarato, per un momento, il grigio delle profondità. Il candore della loro pancia era stata una visione di bellezza e purezza per il pesciolino che finalmente decise di guardarsi. Era si, un bel pesce dalle squame azzurre, il corpo agile e slanciato, ma...era un comunissimo pesciolino azzurro. Lo prese lo sconforto. Mai sarebbe diventato una manta. Inoltre incominciava a sentire la mancanza della compagnia del pesce rosso, allegro e chiaccherone. Pensò con nostalgia che ormai non poteva più tornare. Le condizioni della divinità erano tassative.

Non sentiva nemmeno la forza di risalire verso la vita e il calore. Lasciarsi andare era tentante, sarebbe sprofondato ancora fino a farsi scoppiare il cuore dalla pressione.

Ma per ora lasciamo il pesce azzurro per seguire le vicissitudini del pesce rosso. Il pesce rosso appena si sentì libero, guizzò felice in direzione dei rami di corallo che formavano una foresta incantata. Era lì che voleva entrare !

Senza l'impaccio del filo d'oro, ormai poteva tutto. Infatti per un po' fu bello, anzi bellissimo. Dentro e fuori dai rami scarlatti, rosa, bianchi. Incontri fantastici con pesci dai colori stupendi, il piacere di sfiorare ed essere sfiorato da quelle creature così belle. Ma poi vide il pesce clown dal mantello a tinte sgargianti che voluttuosamente entrava in grandissimi fiori, dai tentacoli morbidi e variopinti, che si muovevano ritmicamente, agitati dalla carezza della corrente molto dolce in quel punto. Erano le attinie, bellissime ma velenosissime per tutti i pesci ad esclusione del pesce clown che ne è immune.

Il pesce rosso senza pensarci un attimo, incurante del fatto che nessun'altro pesce avvicinava questi fiori, si buttò tra quella che pensava fosse una corolla. Il dolore non fu forte ma si sentì paralizzato, incapace di muoversi e di pensare e il bel fiore si chiuse piano, piano su di lui, senza scampo.

Non riesco ad immaginare la sorte del pesce azzurro. Li avrei voluti salvi tutti e due.......INVECE !

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Sono trascorsi tanti anni e oggi, 25 giugno 2006, in occasione di un seminario, mi chiedono di scrivere una lettera a me stessa. Eccola:

Ciao Nori, ieri sei nata o meglio rinata, però non ti conosco.

Norina ti ha dato il permesso di prendere il posto che ti compete, che è tuo di diritto, ma Norina non ti conosce.

Mi sento spaesata ma oggi nella meditazione ti ho abbracciata ed era così bello e dolce. Mai ho sentito tanta dolcezza, io che di dolcezza nella vita non ne ho conosciuta.

Ci sono voluti 70 anni.....ma uno dei miei talenti, tu lo sai, è la pazienza unita alla volontà. Dalla parabola dei talenti è iniziata la ricerca di tè. Sono trascorsi tanti anni da quando mi sono posta queste domande: chi sono veramente ?. quali sono i miei talenti ? li sto facendo fruttare ?

Ora che ti ho incontrata mi stupisco. Non sei perfezionista, non temi la solitudine, non sei triste, non sei "buonista", non sei così attenta e ordinata.....insomma non sei "svizzera".

Benvenuta! Devi darmi il tempo di abituarmi a te. Ora sono confusa. Dove sono le mie certezze? Sono sicura che tu mi darai la gioia di vivere. Tu sei il mio pesciolino rosso. Finalmente l'incantesimo della divinità del mare si è concluso. Siamo di nuovo insieme, unite per sempre.

Ti voglio bene, unite siamo una forza immensa.

Mi si è svelato il progetto dell'anima: DISCEPOLA DELLA VITA

 

 

 

BELLISSIMA FIABA..MA..........

Desidero farti notare il pesce clown, che forse non hai notato, quanto è naturalmente protetto dagli infiniti pericoli del suo amato abitat= mare in cui vive.

Quale è la natura del clown ? Portare gioia ed allegria, vero?.... Bene, chi ha in sè il dono di trasmettere il senso della gioia, è benedetto da DIO.

Come la tua bellissima favola insegna, il pesce clown è immune ai veleni che uccide tutti gli altri pesciolini. Perchè? Ma perchè possiede la naturale protezione che la natura stessa gli ha trasmesso.

Un cuor allegro, il ciel l'aiuta........Bene, stai per ricevere il dono della leggerezza, il dono che ti può far vedere la vita con un ottica diversa, meno seriosa, e più generosa con la dolce Nory.

Il pesce clown ti voleva insegnare la sua natura, infatti il tuo inconscio ti segnalava l'arte di vivere.. Sei protetta nel momento che in tè avviene una naturale protezione. Quale?

Quello di essere cosciente che in noi c'è già L'ANTIDOTO = IMMORTALITA' contro i mali del profondo abisso.

In noi c'è ciò che non può morire MAI, per diventare consapevoli di questo antidoto, basta mutare la prospettiva e identificarsi nel PIU' ALTO. Il veleno ci porta alla morte per un semplice errore di identificazione originale che ha avuto la sua nascita nella mente. Cosi noi oggi moriamo, perchè vediamo gli altri morire, ma se la prospettiva cambia, allora come si può temere la morte; quando sai che è solo una metamorfosi, un passaggio ad una vita forse migliore?

Già, ma noi essendoci identificati con la sola mente, non possiamo essere degli uomini clown.

E'TUTTA COLPA DELL'IDENTIFICAZIONE..

Si è vero siete insieme, ma dovresti considerare che è il pesce clown che è rimasto illeso e felice, liberamente felice..Ora ci sei?

Cosi chiuso è il cerchio.....Ciao pesciolino rosso, azzurro, e di tanti colori, proprio come si vestono i clown...

Namastè, e grazie per questa meravigliosa favola.... nata dalla tua personale creatività.

VIRAMO     = PESCE, NEL MARE DELLA VITA.Sorridente

 

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