Il male di non voler accettare il male

Amore e relazioni

Il male di non voler accettare il male

Osho che sorridePiero ha scritto: Gentile Pier, la mia prima domanda è: "E se il male fosse "rifiutare" il male, il non lasciar fluire pensieri ed emozioni non in linea con l'educazione? Forse è questa la prima violenza, una faccia del male?"

La seconda domanda è: "Costruiamo i nostri rapporti sulla paura e sul bisogno?"
Cosa ne pensi?

Pier ha risposto: Gentile Piero, la tua prima domanda mi ha evocato un discorso di Osho. “Una delle più profonde verità della vita è che, accettando il veleno con amore, questo non è più tale, si trasforma in nettare. E l’uomo che ha accettato con tutto il cuore l’oscurità, scopre con sua meraviglia che essa è diventata luce. E chi accoglie il dolore a braccia aperte, scopre che non è più tale, per lui esiste solo felicità. Per chi accetta il proprio stato di agitazione e acconsente a conviverci, le porte della pace e della tranquillità si spalancano. Sembra contraddittorio, ma ricorda che chi sostiene di voler raggiungere la pace, non potrà mai trovarla, poiché dire: <<Voglio raggiungere la pace>> equivale, in realtà, a cercare il turbamento.”

Frammento tratto da: La voce del mistero, pag. 68. Edizione Arnoldo Mondadori 2001

Per quanto riguarda la seconda domanda cosa posso dire? Sì! Costruiamo i nostri rapporti sulla paura e sul bisogno, e questo fatto mi pare logica conseguenza di quel che si diceva prima. Chi fugge dalle proprie paure, insicurezze e miserie può solo usare l’altro, le persone che lo circondano, come biberon. Il guaio peggiore è che quasi tutti fanno così, pertanto il mondo è pieno di biberon-umani vuoti che cercano di spillarsi l’ultima goccia di latte. Poche persone sono disposte a prendere consapevolezza di tutto ciò. Per questo, mi ripeto anche questa volta, poche persone sono disposte a cambiare la propria vita, e così preferiscono dormire, continuando a proiettare sogni destinati ad andare in frantumi al primo rumore di realtà. L’assurdo è che tutti pensano di vivere facendo il bene degli altri e che gli altri non ricambino mai.

Mi viene in mente la storiella di quella mamma che stava spiegando il concetto di carità al suo bimbo. Alla fine del discorso la donna concluse così: “Tesoro mio, siamo a questo mondo per aiutare gli altri, non dimenticartelo mai!” A quel punto il bimbo rimase per un po’ meditabondo, poi disse serioso: Ma allora gli altri cosa ci stanno a fare in questo mondo?”

Un cordiale saluto
Pier

 

Tags: Equilibrio interiore

 

 

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